Federfiori: “Senza aiuti rischiano la chiusura 5mila negozi”
I fiorai sono rimasti aperti anche nelle zone rosse, quindi la categoria è stata esclusa dai ristori ma la gente non gira e dunque la merce non si vende. “Senza ristori prevediamo a gennaio un rischio chiusura per il 30% dei negozi” che su 15mila associati è di circa 5mila esercizi. E’ l’allarme lanciato dal presidente di Federfiori Rosario Alfino, parlando con l’Adnkronos. “Dopo il prima lockdown il 10% delle imprese non ha riaperto, – riferisce – e questo fatto di farci stare aperti paradossalmente ci ha massacrato perché ci ha fatto indebitare”. I fiorai, comunque “fino ad ottobre hanno visto un calo del fatturato dell’80% in seguito all’annullamento degli eventi e delle cerimonie. Confcommercio sta facendo una campagna per gli acquisti nei negozi ‘sotto casa per sentirsi a casa’, quindi per i negozi di vicinato che accendono le luci nelle città. Se la gente acquista online sulle piattaforme il danno può diventare ancora più grave”. Per le vendite di fiori, addobbi floreali e alberi di Natale la Federfiori-Confcommercio prevede, dice all’Adnkronos il presidente, “un Natale molto complesso“. Per ora le prenotazioni e le vendite di coroncine per le porte, centrotavola, “sono ferme”. “Non si respira aria di festa. Anche se non è possibile fare previsioni ci sarà sicuramente un calo grande del fatturato”. “I negozi sono pronti per la vendita, sono pieni di addobbi, con tutti i prodotti esposti e le vetrine allestite perché il ‘Natale’ viene acquistato un anno prima a gennaio. La merce è arrivata ma la prospettiva è complicata”. “Non ci sono isole felici, la situazione è generalizzata a livello nazionale