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Emergenza rifiuti, si torna alle discariche nel Salernitano Cronaca Politica 

Emergenza rifiuti, si torna alle discariche nel Salernitano

È una nuova emergenza rifiuti quella che si prospetta a settembre con la chiusura completa del termovalorizzatore di Acerra. Oltre alla linea attualmente ferma si stopperanno anche le altre due per un tempo stimato di 40 giorni. «Avremo un momento delicato per quanto riguarda la gestione dei rifiuti dal momento che si dovrà procedere alla manutenzione generale dell’impianto di Acerra, ormai datato», ha spiegato ieri il presidente della Regione, De Luca , a Salerno per un sopralluogo all’impianto di compostaggio della città.

Le soluzioni in campo. «Dobbiamo prepararci allo stoccaggio di almeno 70mila tonnellate di rifiuti che non avranno sbocco ad Acerra», chiarisce il governatore che è già al lavoro per individuare un’area provvisoria dove accogliere l’immondizia in caso di emergenza assoluta. Al termine dei lavori, nel giro di 2 mesi, l’A2A – come previsto in un accordo – si farà carico dello smaltimento. Il sito di stoccaggio del cosiddetto “tal quale” dovrà essere allestito seguendo un serie di criteri che rendano sostenibile l’impatto ambientale, trovarsi in un punto di snodo che non impatti sulla viabilità ed essere controllato con telecamere di video sorveglianza per evitare roghi sospetti o depositi abusivi. Ma non è soltanto a una soluzione tampone che si sta lavorando per rendere più efficiente l’impianto che – in media – lavora tra le 700 e le 800mila tonnellate di spazzatura indifferenziata ogni anno. «Non si può avere questa emergenza – continua De Luca dobbiamo progettare da subito una quarta linea di riserva. Il tempo passa, gli impianti si logorano e per il futuro si renderà sempre più frequente l’attività di manutenzione. Il problema è pesante e va risolto. Se si chiude una linea per la manutenzione bisogna averne una libera di riserva. Solo così – chiarisce il presidente – possiamo stare tranquilli. In queste condizioni, invece, stiamo sempre sul punto di avere una emergenza rifiuti». Secondo le prime stime della Regione, il costo per aggiungere una linea all’impianto è di 120 milioni; e ci vorrebbero 2 anni perché possa essere utilizzata a pieno regime.«Siamo decisi ad andare avanti – assicura – perché dobbiamo avere condizioni di sicurezza in caso di manutenzioni. In questo modo possiamo anche programmare i lavori in maniera non drammatica come accade ora».

Gli impianti di compostaggio. Nel complesso, è la riorganizzazione di tutto il ciclo raccolta e smaltimento che dovrà comporsi nei prossimi mesi, a partire dai 15 impianti di compostaggio previsti nel piano presentato a Bruxelles. E, cogliendo l’occasione del sopralluogo a quello di Salerno, De Luca, lancia il guanto di sfida: «C’è ancora qualche settore di opinione pubblica che, per ragioni esclusivamente ideologiche, ogni qual volta si parla di trattamento dei rifiuti reagisce in maniera irrazionale. Chi ha dubbi venga all’impianto di Salerno e si renderà conto di persona che può stare anche in un area urbana». I primi cantieri saranno aperti entro l’anno, a partire da Pomigliano d’Arco e Battipaglia. «La filiera per il trattamento dell’umido è essenziale per chiudere il ciclo della lavorazione dei rifiuti in ambito regionale. Abbiamo eliminato la previsione di tre termovalorizzatori – ricorda – ma il nostro piano tiene perché puntiamo al 60% di raccolta differenziata e, se recuperiamo il ritardo di Napoli, mancherebbe un 6% per raggiungere l’obiettivo. Poi dobbiamo incrementare il conferimento in maniera minuta nei territori di periferia». Con i contratti stipulati per i nuovi impianti, inoltre, l’Unione europea potrebbe iniziare a ridurre la multa milionaria che grava sull’Italia per l’emergenza rifiuti. «Sono stati presi in giro per 15 anni – afferma se non vedono atti concreti non ci danno fiducia. Ma con i contratti veri avranno la conferma che stiamo facendo sul serio».

La nuova Terra dei Fuochi. Ma l’allarme di De Luca riguarda non solo la Campania: «La Terra dei Fuochi – sostiene – si è spostata al Nord. Questi fenomeni ci sono sempre stati, ma quello che accade in Campania, viene moltiplicato per mille, quello che accade nel Nord, invece, viene ridotto alla millesima parte. Si sta facendo, per fortuna – aggiunge – un’operazione verità. Roma è stata chiusa per due giorni per l’incendio di un capannone che accoglieva rifiuti. La Terra dei Fuochi, e lo dico non in termini polemici, si è spostata ormai nel Centro, nel Nord del Paese. La cosa, ovviamente, non ci consola. Questo problema di gestione rifiuti è di maledetta complessità anche perché è diventato complicato pure portare i rifiuti all’estero. Oggi non ci sono quasi più Paesi disponibili ad accogliere i rifiuti dell’Italia o della Campania. Una ragione in più per completare i nostri impianti e diventare autonomi nella gestione del ciclo dei rifiuti». Fonte: La Città di Salerno

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