Droga, estorsioni e armi con il clan. La Cassazione: niente sconti per 5 imputati
Droga, armi e racket a Scafati, in 5 ottengono rigetti e inammissibilità in Cassazione. La vicenda riguarda l’indagine dell’Antimafia – già al vaglio dei giudici del Tribunale di Nocera Inferiore – concentrata sul presunto “clan Federico”. I cinque ricorsi seguivano il rigetto del Riesame di Salerno, che aveva confermato le misure cautelari per gli imputati, tra carcere e domiciliari. Stando alle accuse, il gruppo criminale avrebbe puntato a gestire tutto il territorio scafatese, costituendo un nuovo “clan” che si sarebbe avvalso della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento, per commettere una serie indeterminata di delitti. Tra questi, numerose estorsioni, possesso d’armi, traffico di droga e atti di violenza privata finalizzati ad una serie di circostanze. Per altre 10 posizioni è in corso il rito ordinario dinanzi al I Collegio di Nocera Inferiore. Il gruppo si sarebbe mosso in particolare nella città di Scafati, dopo l’arresto di alcuni esponenti legati ad altre organizzazioni criminali, assumendo così una posizione dominante in città. Tra gli episodi ricostruiti dagli inquirenti ci sono diverse estorsioni, tra le quali una all’interno del porto turistico di Marina di Stabia. A seguire un notevole spaccio di droga, possesso di armi da guerra, autoriciclaggio e pestaggio di alcuni pusher. All’indagine hanno contribuito anche le dichiarazioni di alcuni pentiti.