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Disoccupato salernitano fa esplodere bomba al palazzo vescovile Cronaca Primo piano 

Disoccupato salernitano fa esplodere bomba al palazzo vescovile

Un vero e proprio attentato ai danni del palazzo vescovile di Avellino. Davanti al portone principale è stato fatto esplodere un ordigno rudimentale. Tre le persone rimaste ferite. Una delle quali in condizioni più serie, ma non corre pericolo di vita. L’attentatore è un 49enne di origini salernitane residente a Forino.

L’uomo è stato subito dopo catturato e arrestato. È stato lui a preparare l’ordigno rudimentale. All’interno di una scatola ha collocato cinque bombolette di gas, di quelle utilizzate per il campeggio, di cui tre esplose

Nell’esplosione sono rimasti feriti un passante, un vigile urbano e il direttore della Caritas diocesana, Carlo Mele, che ha i suoi uffici all’interno dell’edificio in piazza della Libertà. Hanno avuto lievi ustioni.

Il responsabile dell’attentato, dopo aver provocato le esplosioni, ha tentato di fuggire ma è stato bloccato da un agente della Polizia municipale e da un passante per essere poi trasferito in Questura.

E’ un disoccupato originario della provincia di Salerno, residente in Irpinia. Al momento dell’esplosione il vescovo, monsignor Arturo Aiello, era in sede. Si è detto “molto rammaricato” per l’episodio e si è accertato delle condizioni delle persone ferite. Sul posto gli agenti della Polizia scientifica, Vigili urbani e Vigili del Fuoco. Il sindaco, Gianluca Festa, si è recato nella Curia per manifestare solidarietà a monsignor Aiello e ai feriti

Diversi i messaggi da parte di rappresentanti delle istituzioni e della politica. A cominciare da quello del governatore Vincenzo De Luca: «Solidarietà e vicinanza al vescovo Arturo Aiello e a tutta la Diocesi di Avellino.

Il nostro primo pensiero in questo momento va ai feriti nell’attentato, tra cui il direttore della Caritas Carlo Mele. A loro un augurio di pronta guarigione. È un atto di una gravità inaudita che colpisce tutta la città di Avellino. Sia fatta piena luce e punita ogni responsabilità».

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