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Dimesso ma vince il ricorso. Il caso dell’arbitro Gavillucci Sport 

Dimesso ma vince il ricorso. Il caso dell’arbitro Gavillucci

L’arbitro Claudio Gavillucci, dismesso dall’Aia alla fine dello scorso campionato “per motivate ragioni tecniche”, ha vinto il ricorso alla Corte Federale d’appello ed è destinato a essere reintegrato. Ma l’Associazione arbitri annuncia prontamente che impugnerà la sentenza. Insomma, non finisce qui. La vicenda risale a giugno. Gavillucci, arbitro 39enne con una cinquantina di partite di Serie A alle spalle tra cui Sampdoria-Napoli sospesa per 3 minuti per cori discriminatori, finisce ultimo nella classifica di rendimento compilata dall’Aia. Da qui la delibera del comitato nazionale di avvicendamento dalla Can A. Gavillucci non si arrende e si rivolge alla giustizia domestica. Il primo grado gli dà torto ma in appello il ricorso viene accolto.

REAZIONE — Ora l’Aia, tramite il presidente Marcello Nicchi, fa sapere che si riserva ogni impugnazione sottolineando, in una nota, come debba rispetto ai suoi associati “che, con le stesse norme oggi contestate, hanno raggiunto la Serie A (come Gavillucci) o sono stati avvicendati prima, accettando il verdetto del campo con le valutazioni degli osservatori arbitrali e dei designatori; al mondo del calcio, cui vuole assicurare, anche in futuro, i migliori arbitri, che siano soggetti ad una valutazione tecnica, ad una selezione meritocratica, ad un loro ricambio negli organici di ogni categoria, come oggi accade; ai valori di merito dello sport posti a base della delibera oggi annullata, quali sono i due ultimi posti ed il penultimo posto conseguiti nelle graduatorie di ogni singola stagione sportiva, dal ricorrente in Serie A”.

 

fonte La Gazzetta dello Sport

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