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Difese d’ufficio, l’inferno degli avvocati a Salerno Cronaca 

Difese d’ufficio, l’inferno degli avvocati a Salerno

Per vedersi accreditare sul proprio conto corrente le spettanze dovute, gli avvocati d’ufficio possono attendere anche sette anni. La media, a Salerno città, è di quattro. E non va meglio in provincia, vedi il tribunale di Nocera Inferiore, dove, a causa dell’assenza di personale, i tempi sono ulteriormente dilatati. Il tesoretto è certo, perché prima o poi quei soldi arriveranno, ma questo non aiuta nè i giovani che ora si avviano alla professione, nè quanti – e nel salernitano sono il sessanta per cento della categoria – vivono solo di gratuiti patrocini. Come noto, nell’ambito del procedimento penale i cittadini non abbienti hanno la possibilità di richiedere la nomina di un avvocato e la sua assistenza a spese dello Stato. Una volta chiusa la causa, «siamo obbligati ad avviare un procedimento civile per il recupero del credito – spiega l’avvocato Luciano Pepe – Il primo anno trascorre in maniera fisiologica, perché il primo passaggio consiste nel presentare il conto all’assistito». Inizia così un iter di decreti ingiuntivi, giudici di pace, ufficiali giudiziari, pignoramenti, al termine del quale «ci rivolgiamo allo Stato e al giudice che ha emesso la sentenza allegando documentazione e visure catastali ». In questa fase si perdono dai due ai tre anni, fino all’ambito decreto di liquidazione che viene notificato a tutte le parti interessate. Fonte: La Città di Salerno

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