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Detenuti in carcere con lo smartphone, il Sappe: celle come call center Cronaca Primo piano 

Detenuti in carcere con lo smartphone, il Sappe: celle come call center

“Nel carcere di Salerno le celle sono come un call center”. E’ la denuncia lanciata da Vincenzo Palmieri, segretario regionale dell’organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria a seguito dell’ennesimo blitz effettuato nella casa circondariale. La scorsa notte gli agenti hanno sorpreso un detenuto mentre colloquiava con l’esterno tramite un telefonino smartphone illegalmente detenuto che è stato sequestrato dal personale. In mattinata, poi, durante un’operazione di servizio, sono stati scoperti altri tre cellulari nelle celle, di cui due smartphone ed un microtetelefonino con diversi accessori.
Il consigliere nazionale del sindacato Emilio Fattorello è intervenuto sulla questione, lanciando l’allarme sull’elevato numero di eventi critici legati alla sicurezza nel carcere di Salerno. “Cosa questa – spiega Fattorello – percepita dai detenuti che si antepongono sempre più con arroganza e prepotenza verso il personale e verso le direttive emanate con ordini di servizio”. Per Fattorello “i sequestri di droga e cellulari sono all’ordine del giorno tanto da dimostrare che l’istituto Penitenziario salernitano è divenuta una vera e propria piazza di spaccio e traffici illeciti gestiti dalla criminalità organizzata, quello che viene rinvenuto è solo la punta dell’iceberg, rispetto a quello che potrebbe nascondersi all’ombra di quelle mura.
Il personale di Polizia Penitenziaria, ormai anziano, stanco e demotivato, con una carenza organica di circa 60 unità resta ultimo baluardo contro l’illegalità. Ma ci domandiamo: fino a quando? Chiediamo ancora una volta alle Autorità competenti, nessuna esclusa, di voler verificare le nostre denunce e, nel caso, di caso adottare gli interventi dovuti ma con estrema urgenza”.

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