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Dall’Arno all’Irno: chi è Monsignor Bellandi, nuovo vescovo di Salerno Attualità Primo piano 

Dall’Arno all’Irno: chi è Monsignor Bellandi, nuovo vescovo di Salerno

Il vicario generale della chiesa fiorentina mons. Andrea Bellandi è il nuovo arcivescovo della diocesi di Salerno – Campagna – Acerno. Sabato mattina 4 maggio è stata ufficializzata la nomina voluta da Papa Francesco, “un segno di benevolenza – commenta il cardinale Giuseppe Betori – un’ulteriore attestazione della considerazione che Papa Francesco ha verso la Chiesa fiorentina e di quanto ne apprezzi la storia e il suo presbiterio” tanto da aver nominato Stefano Manetti vescovo di Montepulciano-Chiusi – Pienza, Claudio Maniago di Castellaneta, Giovanni Roncari alla guida di Pitigliano-Sovana-Orbetello e ora Andrea Bellandi a Salerno, dove sarà successore di monsignor Luigi Moretti.

Dunque dalla diocesi di San Giovanni Battista a quella dell’apostolo Matteo. “Felicissimo di questa notizia” il sindaco Dario Nardella: “Conosco molto bene Andrea, ho profonda stima di lui, sono certo che suo impegno pastorale in una grande realtà come quella di Salerno sarà utilissimo e prezioso. Gli faccio un augurio di tutto cuore”.

Simpatia e rigore caratterizzano da sempre Bellandi, nato nel 1960, cresciuto da ragazzo nella parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio, maturato nella scoperta di Comunione e Liberazione e all’ombra paterna di don Luigi Giussani, ordinato presbitero la mattina del giovedì santo del 1985 nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.

La sua prima messa solenne avvenne a mezzogiorno di Pasqua di quell’anno, nella chiesa di San Gervasio. Per l’immagine ricordo preparata per quell’occasione, don Andrea aveva scelto una frase dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni: “Maestro dove abiti?”, disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui: erano circa le quattro del pomeriggio”.

Bellandi ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana laureandosi in teologia nel 1983 con una tesi diretta da monsignor Fisichella dal titolo: “Fede come stare e comprendere. La giustificazione dei fondamenti della fede nelle opere di J. Ratzinger”, poi pubblicata nel 1996.

Docente di Teologia Fondamentale dal 1987 nello Studio Teologico Fiorentino, eretto nel 1997 come Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, è stato professore ordinario e quindi preside dal 2003 al 2009.

Per quasi vent’anni, è stato parroco di San Giovannino dei Cavalieri. Docente di “Teologia fondamentale e introduzione al mistero cristiano”, dal 2010 è canonico della Cattedrale Metropolitana fiorentina e delegato arcivescovile per la formazione del clero della stessa diocesi. Quindi nel 2014 la nomina a vicario generale.

Diversi i suoi saggi, con approfondimenti sul pensiero di Ratzinger-Benedetto XVI, ma anche interventi su periodici e in monografie come quella dedicata a Benigni dalla Sef nel 2011, scritta insieme a Francesco Mininni, “Da «Berlinguer ti voglio bene» alla «Divina Commedia»: il percorso di un comico che si interroga su Dio”. Del 2004 è ‘L’amore pienezza della fede. Solo la carità conosce’ (edito dalle Paoline), “consapevoli che è solo a partire dall’esperienza sempre nuova dell’amore comunicatosi a noi in Cristo che è possibile conoscere, riflettere e parlare adeguatamente di questo infinito mistero”.

Da quanto è dato sapere, Bellandi sarà ordinato vescovo il prossimo 18 maggio a Firenze e potrebbe insediarsi a Salerno già il 2 giugno.

“Che don Andrea ci lasci per una sede episcopale insigne come Salerno – spiega Betori – non possiamo nasconderlo, ci inorgoglisce ma un po’ anche ci dispiace. Dispiace in particolare a me, che in questi anni ho trovato in lui un sicuro riferimento di pensiero, teologico e culturale, con cui confrontarmi nel leggere le vicende del nostro tempo per meglio orientare le scelte pastorali della Chiesa fiorentina”.

“Il signore ha sempre preso l’iniziativa nella mia vita in modo sorprendente – ha detto Bellandi nel palazzo arcivescovile di piazza San Giovanni – Nulla di quello che ho fatto è stato pensato a tavolino, ma è risultata sempre una sorpresa da parte del Signore, con l’esperienza di un guadagno umano. Dire sì è la possibilità di verificare come il Signore è fedele e abbia la vista più lunga della nostra. Desidero seguire con tutto il mio cuore anche a Salerno Gesù e il Santo Padre, i miei punti di riferimento”.

Il cardinale Betori è “una figura paterna, da cui imparare tanto e sempre più mi sono accorto nel corso della sua frequentazione che i suoi giudizi e le sue azioni avevano un unico riferimento ossia la fede. Lo ringrazio anche per come ha saputo rispettare il mio temperamento e gli altri impegni che avevo. Lo ringrazio di cuore e mi auguro che questo rapporto di amicizia possa non interrompersi ma approfondirsi”.

“Devo il mio sì – ha sottolineato – a tanti altri sì, come quello della giovane donna di Nazareth e, in particolare, di don Paolo Bargigia e di Caterina (Caterina Morelli, morta a febbraio, a soli 38 anni, dopo avere evitato cure invasive per salvare così la vita del bimbo che portava in grembo, ndr). Dal cielo mi accompagneranno”. Alcune di queste riflessioni il nuovo arvicescovo le ha approfondite nel suo saluto alla diocesi di Salerno.

Infine, per sdrammatizzare, un saluto “dalle rive dell’Arno a quelle dell’Irno”, il fiume che attraversa Salerno, e un congedo “sportivo” e viola: “Il colore della Salernitana è il granata e a noi non ci dispiace”. Buon viaggio Mons. Bellandi. (fonte: lanazione.it)

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