Crisi al Comune di Capaccio Paestum, la Procura non giri la faccia
L’unico limite all’azione di un sindaco è la legalità. Francesco Palumbo, nel corso di una conferenza stampa, ha denunciato: «Hanno distribuito soldi per cacciarmi dalla poltrona di sindaco. Ne ho le prove, Chi deve intervenire lo faccia subito». Questa cosa, in questi giorni, l’ex primo cittadino, l’ha detta e ripetuta più volte. Negli interventi in pubblico e nei comunicati. È un fatto noto, ormai. Dargli seguito, ascoltarlo, è dovere degli inquirenti. In questo momento, siamo sicuri, che chi di dovere è già al lavoro.
Una comunità non può vivere accanto al sospettoche la sua vita democratica sia influenzata da entitàche restano nel buio. E a Capaccio non è la prima amministrazione comunale che è finita così. Capitò a quella guidata da Enzo Sica e poi a quella di Pasquale Marino. Ora con Palumbo siamo alla terza volta. Il cimitero, i tributi, il Puc e la gestione deirifiuti: il sindaco che li tocca si fa male. A Marino andarono a vandalizzare perfino la tomba di famiglia.A Capaccio non è tollerabile l’esistenza di un sistemaparallelo e antidemocratico, nonché di straordinaria efficienza. Quando tre primi cittadini vanno sotto schiaffo e lo denunciano non si può restare in silenzio o dedicarsi ai distinguo. Da qui la richiesta di un’azione veloce e senza sconti anche a tutela della libertà nell’espressione del voto. Qualunque cosa può essere accaduta e la storia della società civile capaccese possiede gli anticorpi per superarla. Fonte: La Città di Salerno