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Covid, in vacanza solo chi ha avuto due dosi di vaccino Attualità Primo piano 

Covid, in vacanza solo chi ha avuto due dosi di vaccino

Dagli esperti arriva l’invito a non rinviare la seconda dose di vaccino a dopo le vacanze. “Quando il Regno Unito ha deciso di estendere l’intervallo di tempo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a mRNA ho dichiarato la mia preoccupazione, spiegando che generare immunità parziale nella popolazione durante una pandemia favorisce la circolazione di varianti resistenti agli anticorpi. È questo quello che sta accadendo con la variante Delta”: lo scrive sul suo profilo Fb l’immunologa dell’Universita’ di Padova Antonella Viola. “Il virus è non solo più trasmissibile ma anche meno sensibile agli anticorpi. Per questo motivo, come ora indicato nel sito ECDC, chi ha ricevuto una sola dose, può non solo infettarsi ma anche ammalarsi. Ecco quindi ora la corsa a fare i richiami in fretta: meglio coprire bene le persone con più di 50 anni piuttosto che vaccinare i ragazzi. Anche questo avrebbe dovuto essere ovvio da subito. Errori a parte, per i cittadini il messaggio è: bisogna vaccinarsi tutti perché nessuno godrà del l’immunità di gregge (che, come dico da mesi, non si raggiungerà); bisogna fare il richiamo senza rimandare a dopo le vacanze; finché non si è completamente vaccinati (10 giorni dalla seconda dose), bisogna continuare a usare mascherine e distanziamento. Solo dopo il ciclo completo di vaccinazione possiamo sentirci al sicuro” conclude.

“E’ importante che si parta per le vacanze con la seconda dose di vaccino effettuata. Noi dobbiamo convincere a non rinviare il vaccino per andare in ferie”. Così Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma. “Allo stesso tempo dobbiamo andare incontro alle persone per agevolarle nelle vaccinazioni – aggiunge Vaia -. Nel Lazio lo faremo con centri nelle località turistiche, ma prima dobbiamo rendere consapevoli le persone dell’importanza di completare il ciclo vaccinale”. Per Vaia, “non è il tempo della preoccupazione, ma è il tempo ancora di più di agire, dobbiamo vaccinare sempre puù vaste aree di popolazione e metterci in sicurezza. Poi isolare, sequenziare le varianti, studiarle e adeguare i nostri strumenti: vaccini e anticorpi monoclonali. “Per le discoteche devono esserci le stesse regole che valgono per gli stadi e per gli altri luoghi di aggregazione penso agli spazi con i maxi schermi. Innanzitutto devono essere all’aperto. Quindi il green pass, il vaccino o un tampone negativo nelle ultime 24 ore”, ha detto il direttore Vaia. “Queste regole ci servono per andare avanti – sottolinea Vaia – e godere degli spazi. Evitiamo furbizie per non rischiare di tornare indietro”

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