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Covid, in un documentario le “prove” della fuga del virus dal laboratorio di Wuhan Attualità Primo piano 

Covid, in un documentario le “prove” della fuga del virus dal laboratorio di Wuhan

L’indagine sull’origine del coronavirus si arricchisce di un nuovo elemento a sostegno dell’ipotesi della fuga del virus da un laboratorio di Wuhan. A fornirlo è un documentario televisivo mandato in onda da Channel 4, in cui si forniscono nuove “prove”. Se confermato, l’errore umano sarebbe “l’equivalente biologico di Chernobyl o di Hiroshima per la comunità delle scienze della vita”, ha affermato Filippa Lentzos, esperta di biosicurezza

Il documentario prende in esame gli studi della professoressa Shi Zhengli, esperto di coronavirus veicolati dai pipistrelli e direttore di un Centro di ricerca del Wuhan Institute of Virology. Dal pipistrello alla modifica genetica – L’ipotesi è che il coronavirus di un pipistrello, che ha ucciso tre minatori nel sud della Cina, potrebbe essere stato successivamente modificato geneticamente in laboratorio. Per poi venire trasmesso agli operatori di laboratorio. Il mistero del nome del virus “cambiato” a Wuhan – Nel settembre 2019, settimane prima dei primi casi confermati di Covid-19, il database del Wuhan Institute of Virology di 22mila campioni e sequenze, inclusa la più grande raccolta al mondo di coronavirus di pipistrello, è stato reso inaccessibile, impedendo controlli esterni. Nel febbraio 2020, la dottoressa Shi ha annunciato di aver scoperto un coronavirus di pipistrello, etichettato RaTG13, che aveva una somiglianza del 96,2% con il Sars-Cov2. Il genoma RaTG13 è stato dunque caricato su GenBank, un database globale del genoma. La dottoressa Rossana Segreto, una biologa molecolare, ha trovato una corrispondenza al 100% tra RaTG13 e un campione di coronavirus di pipistrello raccolto anni prima da Shi, etichettato 4991. Poiché 4991 sembrava contenere la chiave per rintracciare l’origine del Covid-19, alcuni si sono chiesti perché il suo nome fosse stato cambiato.

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