You are here
Covid: “è allarme per la riabilitazione e l’assistenza per i disabili e gli anziani?”    Attualità 

Covid: “è allarme per la riabilitazione e l’assistenza per i disabili e gli anziani?”   

C’è chi lancia allarmi e accuse e chi, invece, richiama al senso di responsabilità. Parliamo di uno dei fronti più complessi nella lotta al Covid, quello dell’assistenza a disabili e anziani. Alcune associazioni di categoria hanno lamentato carenza di personale, diminuzione delle terapie, indifferenza delle istituzioni, difficoltà nel fare i tamponi, livelli di sicurezza troppo bassi, ritardi negli accrediti e nei pagamenti. Arrivando perfino a chiedere un ritorno alle misure prese a marzo, ossia la chiusura dei centri. “Sarebbe una risposta disastrosa, la peggiore possibile” commenta Domenico Vuolo, amministratore di uno dei maggiori centri di riabilitazione della Regione, Villa dei Fiori di Nocera. Che è anche uno dei centri che si è mobilitato di più contro il Covid, rendendosi autonomo per i tamponi e assumendo personale. Allarme infondato dunque? “Che la situazione sia drammatica in tutta Italia è ovvio – risponde Vuolo – ma proprio per questo bisogna abbandonare polemiche o rivendicazioni fuori luogo e darsi da fare, assumersi le proprie responsabilità”. La Regione e, in particolare, la Asl di Salerno sono state accusate di non farlo. “Non scherziamo. De Luca e la Campania sono protagonisti della lotta al Covid, tutto quel che si può fare lo stanno facendo e l’attenzione alle fasce più deboli è fuori discussione. Quanto alla Asl Salerno, dove noi operiamo, faccio solo un esempio: i tamponi li fanno ogni quindici giorni in tutte le strutture residenziali. È uno sforzo gigantesco. Il punto è un altro …” Ovvero? “Non è il momento di lamentarsi, è il momento di agire. Se c’è un terremoto non si può mica pretendere che siano solo gli altri a ricostruire le case. Un imprenditore privato, per giunta accreditato, non può chiedere la supplenza della ASL per ciò che gli compete. Anzi, in una situazione di emergenza ci si aspetta che il privato si impegni ancora di più, anche con maggiori risorse”. Alcune strutture però denunciano ritardi nei pagamenti. “Anche questo non lo capisco. Negli anni passati c’erano ritardi fino a tre anni, ora stiamo parlando di un mese. In un momento come questo è nulla.” Quindi? “Quindi bisogna fare invece di chiedere, andare avanti e non indietro, altrimenti è un disastro … Altro che tornare alle chiusure di marzo, bisogna fare il contrario, dare più riabilitazione e più assistenza, perché la gente non può e non deve essere abbandonata”. Ma in concreto che significa? “Il personale è in malattia? Si assume. Le persone non si sentono sicure a fare le terapie? Si offre più sicurezza, con tamponi rapidi gratuiti e dotandosi di tutto il necessario, a partire dai DPI. E così via…”. Non tutti la pensano così. “Lo so”. Perché? “Forse perché c’è una grande differenza tra le strutture socio sanitarie a prevalenza sanitaria, come i centri di riabilitazione, e quelle a prevalenza assistenziale, come le RSA.  Ma una cosa è certa: in questo momento nessuno può tirarsi indietro, pubblico e privato devono lavorare in osmosi, sennò non si vince. E la battaglia è ancora lunga”.

scritto da 







Related posts