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Coronavirus, Londra mette in quarantena obbligatoria chi arriva dall’Italia Attualità 

Coronavirus, Londra mette in quarantena obbligatoria chi arriva dall’Italia

Alla fine nel Regno Unito anche Italia, San Marino e Vaticano sono state rimosse dalla lista dei “corridoi di viaggio” ammessi dal ministero dei Trasporti britannico.Significa che tutti i viaggiatori che dall’Italia arriveranno in Inghilterra dopo le 4 antimeridiane di domenica 18 ottobre si dovranno sottoporre a una quarantena obbligatoria di due settimane, nell’ambito delle nuove misure del contenimento del coronavirus in Regno Unito. Il principio di fondo dei “corridoi di viaggio”, ammessi dal governo britannico la scorsa estate, è quello di esentare dalla quarantena tutte le persone che arrivano da quei Paesi considerati meno a rischio: per rientrare in questa finestra, serve che il Paese o l’isola in questione abbia meno di 20 casi per 100mila abitanti accumulati in una settimana. L’Italia nei mesi scorsi, grazie ai bassi livelli di contagio, è stata quasi sempre sotto questa soglia. Ora però, a causa della seconda ondata di Covid 19 in corso, i tassi di nuove infezioni sono schizzati nelle ultime settimane: così l’Italia è arrivata a quota 58 casi su 100mila abitanti in una settimana. Troppi per continuare a godere dell’esenzione. La quarantena in Regno Unito è obbligatoria e sono previste multe minime da mille sterline per chi viene beccato dalle autorità britanniche a non rispettarla, che possono arrivare fino a 10mila in caso di infrazioni ripetute e, nei casi estremi, anche all’espulsione dal Regno Unito. Il Regno Unito ha un tasso di contagi al momento molto più alto dell’Italia, ossia 157 casi per 100mila abitanti in una settimana, tanto che città come Liverpool (che hanno sfondato addirittura quota 500) sono state messe praticamente in lockdown per un mese. Eppure- scrive Repubblica.it-, se tutti gli italiani che vanno in Inghilterra dovranno sottoporsi a quarantena dall’alba di domenica, i britannici che faranno il viaggio opposto almeno al momento potranno evitarla se dimostreranno di essersi sottoposti a un tampone negativo nelle ultime 72 ore o se faranno un test (negativo) all’arrivo (in aeroporto o nelle strutture sanitarie). In Regno Unito invece il sistema di test in aeroporto è ancora in alto mare e non vedrà la luce per almeno un altro mese

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