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Coronavirus in Italia, arriva la stretta di Natale Attualità Italia e Mondo Primo piano 

Coronavirus in Italia, arriva la stretta di Natale

Il premier Mario Draghi riflette sulle misure in attesa dei dati epidemiologici più aggiornati e si attesta sulla linea della prudenza: “L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron – spiega – ci obbligano alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”. Il piacere di guidare. Verso il futuro.Una mobilità più sostenibile, con meno emissioni e massima cura nel ciclo produttivo. Tra le possibili novità – domani si riuniranno cabina di regia e Consiglio dei ministri per decidere – si valutano il taglio a sei mesi della validità della certificazione verde, il tampone anche per i vaccinati che vogliono andare in stadi, concerti o discoteche, la mascherina all’aperto, l’allargamento ad altre categorie di lavoratori o settori dell’obbligo di vaccinazione. Possibili anche “raccomandazioni” a limitare il numero di persone in casa ed indicazioni per impedire festeggiamenti con assembramenti per l’ultimo dell’anno.

La Commissione europea ha ribadito “il periodo vincolante di 9 mesi” di validità del pass per i viaggi nell’Unione; le disposizioni a riguardo devono quindi essere “coordinate”. Le partenze per le feste, le cene, le riunioni familiari, le uscite conviviali stanno spingendo gli italiani a ‘tamponarsi’ con un ritmo mai raggiunto prima. Nelle ultime 24 ore i test hanno toccato la cifra record di 852mila. Ed è primato anche per i green pass da tampone e non da vaccino: ieri sono stati 1.034. 214. Frequenti nelle città, quindi, le file davanti alle farmacie. “L’aumento – rileva il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia – c’è un po’ ovunque ma la situazione è sotto controllo. Abbiamo assunto ulteriore personale e allestito gazebo. Quindi il surplus di lavoro per il Natale non ci spaventa”. Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, invita a “fare un test prima di andare a trovare i nonni o i genitori. E’ un modo, insieme al rispetto delle distanze, l’uso della mascherina e l’igiene delle mani, per per dare sicurezza ai propri cari e proteggersi ancora meglio”. I dati di oggi, con le terapie che tornano sopra quota mille ed oltre 30mila nuovi contagiati alzano il livello di preoccupazione nel Governo, dando forza alle argomentazioni dei ‘prudenti’, il ministro della Salute Roberto Speranza in testa. Dall’altro lato c’è la preoccupazione per le ricadute di un giro di vite severo in un periodo clou come quello natalizio per commercio, ristorazione, locali, eventi sportivi e culturali, tutti settori colpiti dalla pandemia. La riduzione della validità del green pass per i vaccinati dagli attuali 9 a sei mesi (o 7 in alternativa) e l’obbligo di mascherina anche all’aperto sembrano essere le misure che trovano il maggiore consenso (quest’ultima, peraltro, è stata già introdotta da diverse Regioni e Comuni).

Ma potrebbero non essere sufficienti a frenare la corsa dei contagi sostenuta dal dilagare della variante Omicron, con terapie intensive e ricoveri che minacciano di mettere presto in crisi gli ospedali. Sul tavolo delle riunioni di giovedì c’è così anche l’obbligo vaccinale. Limitato ora a sanitari, personale scolastico, forze di polizia e forze armate, si fa strada l’ipotesi di allargarlo ad altre categorie di lavoratori, come ad esempio quelli a contatto con il pubblico. Si pensa poi al tampone anche per i vaccinati per accedere a feste, discoteche, grandi eventi come quelli previsti a Capodanno. Un’indicazione, quest’ultima, da ‘maneggiare’ con cura, anche per evitare contraccolpi sulla campagna di vaccinazione. E che vede contrarie le Regioni. “Bisogna puntare – secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che fa sapere come le Regioni non siano ancora state convocate dal Governo per la cabina di regia di giovedì – sulla terza dose e non sui tamponi per accedere ovunque: se noi diamo questi messaggi discordanti, rischiamo di non proteggere i cittadini”. Anche per il governatore della Toscana Eugenio Giani, la misura “rischia di offrire sponde ad una impostazione no vax”.

Sono mesi, rincara il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, “che spieghiamo alla gente di vaccinarsi per evitare il tampone, perché così indossa una corazza per sé e per gli altri. Imporre il tampone in maniera generalizzata rischierebbe di minare questo messaggio”. Sulla stessa linea Roberto Occhiuto (Calabria), favorevole invece ad “estendere il super green pass ad altre categorie di lavoratori o ad altri settori”. Giovedì dovrebbe dunque esserci la presa d’atto che quanto fatto finora non basta. Solo un terzo degli italiani ha ricevuto la terza dose; resta ancora scoperta – o comunque più vulnerabile – una fascia consistente della popolazione in un periodo critico. Da qui la “massima cautela” evocata da Draghi, che potrebbe definirsi nel doppio binario delle prescrizioni e delle raccomandazioni. (Ansa)

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