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Coronavirus: è confronto in Parlamento sull’app Immuni Attualità Politica 

Coronavirus: è confronto in Parlamento sull’app Immuni

In Parlamento è confronto tra Pd e Fi sull’app Immuni e mentre avanza il dibattito, la Lega, chiede garanzie su chi andrà a gestire i dati. E’ molto importante che per condurre in sicurezza la fase due bisognerà scegliere chi e come andrà a gestire il contact tracing.

Il terreno su cui andrà ad operare però resta sempre molto delicato, poichè andrà a riguardare diritti e libertà costituzionali delle persone.
Se da un lato bisogna procedere di fretta confrontandosi con il Governo, dall’altro lato bisognerà tenere conto anche delle indicazioni che il Garante della Privacy sulla sicurezza dei dati sensibili delle persone tracciate dall’app andrà a dare.

L’utilizzo di questa app servirà ad evitare un’eventuale seconda ondata di contagi e per il segretario della Lega Matteo Salvini: “Usare le nuove tecnologie per combattere il virus è utile, ma con tutte le garanzie dovute ai cittadini italiani. Un commissario non può certo derogare dai diritti costituzionali senza che sia il Parlamento, e quindi il Popolo, ad essere investito di decisioni così delicate. Inoltre sulla “app Immuni” sono evidenti alcune gravi criticità, da molti sollevate, tra le quali: chi gestisce i dati raccolti, dove vengono conservati e per quanto e di chi è la proprietà dei dati? Garantire la protezione di diritti e dati privati degli italiani per la Lega è fondamentale, la strada scelta dal governo è pericolosa. La nostra libertà non è in vendita”.

Il ministro della Salute Roberto Speranza intervenuto a Radio Capital ha anche detto che oltre alla funzione di tracciamento dei contatti, l’app sarà utile anche per rafforzare la sanità digitale del nostro Paese.

Luca Zaia, presidente della regione Veneto, spera che l’applicazione sia unica a livello nazionale così da poter condividere una strategia comune tra tutte le regioni d’Italia. Per Zaia l’app dovrebbe essere obbligatoria per tutti coloro che hanno un telefonino, altrimenti non funzionerebbe al 100%.

Gli epidemiologi dicono che basterà anche e solo il 70/80% degli italiani.
La curva epidemica dell’Italia è stata in parte diversa da altri Paesi, molto veloce e crescente nei primi momenti, non si sa se questo è stato dovuto anche ad un cattivo tracciamento, però grazie ad Immuni si potranno avere dati più certi.

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