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Coronavirus al Campolongo Hospital, i sindacati: “Struttura all’avanguardia, per la signora positiva solo dopo ci è stato detto che un familiare era stato nel nord Italia* Attualità 

Coronavirus al Campolongo Hospital, i sindacati: “Struttura all’avanguardia, per la signora positiva solo dopo ci è stato detto che un familiare era stato nel nord Italia*

 

Sul caso coronavirus al Campolongo Hospital di Eboli arriva il chiarimento
della Uil Fpl provinciale. “Ci rendiamo conto che in questa fase convulsa,
la paura, è madre di tutti i comportamenti, la poca razionalità, viene
oscurata dall’ansia di dover combattere un nemico che non vediamo, ma dal
quale abbiamo l’obbligo di difenderci”, si legge in una nota del sindacato
salernitano di categoria. “I social, le tv i giornali, e tutto quello che è
informazione, ci invitano al rispetto di stili che dobbiamo modificare, per
prevenire la diffusione del coronavirus. Però, il nemico è lì. Come
organizzazione sindacale, come rappresentanti dei lavoratori, dobbiamo, e
ne abbiamo tutto il diritto di farlo, di alzare la voce, per ripristinare
la verità laddove, qualche avventore della “informazione” genera, per poca
conoscenza della materia o per poca lucidità, confusione e falsa
informazione. C’è da premettere che il Campolongo Hospital – e noi ne
eravamo stati informati come organizzazione sindacale – da oltre 15 giorni,
aveva attuato tutte le procedure di prevenzione del Covid-19, in alcune
osservanze era andata oltre, proprio per alzare “l’asticella” della
prevenzione: da oltre 15 giorni, veniva monitorato e regolamentato ad un
solo visitatore per paziente ricoverato nella Struttura; la Direzione della
casa di cura ubicata nella frazione Marina di Eboli da sempre, monitorizza
l’accesso alla clinica con la consegna di pass all’ingresso recante la
motivazione dell’entrata. A questo ci mortifica specificare, ma per eccesso
di zelo e per una corretta comprensione dell’operato della struttura
riteniamo opportuno specificare, che tutti i pazienti all’atto del ricovero
vengono accettati dal medico di guardia, segue una visita del medico di
reparto con anamnesi più approfondita, oltre una serie di esami
radiografici ed ematici, per la completezza delle informazioni da riportare
in cartella clinica. Questo avviene per tutti, sia per chi deve iniziare un
percorso riabilitativo, che per i pazienti di chirurgia ortopedica. Nel
caso specifico della signora risultata positiva al Covid 19 l’esame
radiografico della paziente, eseguito il giorno del ricovero che precedeva
l’intervento, era, come si evince dal referto del medico di radiologia,
“pulito”. Dopo qualche giorno, la signora ha manifestato una dispnea
respiratoria, la quale non era accompagnata da altro sintomo da riferirsi
al Covid-19. Motivo per cui la paziente veniva sottoposta ad accertamenti
radiografici, che venivano riferiti ad una diagnosi di “polmonite
nosocomiale”, come riporta la direzione sanitaria del Campolongo nella
cartella clinica della paziente. Quindi veniva allertato il servizio di
emergenze sul territorio per il trasferimento in struttura pubblica, per le
cure del caso. La diagnosi di polmonite nosocomiale, come riferito dalla
direzione sanitaria, veniva confermata dai medici del 118 e dai medici del
Pronto soccorso dell’ospedale di Eboli. Il protocollo per sottoporre la
paziente al tampone veniva attivato dopo che la stessa era stata ricoverata
nel reparto di Medicina del presidio ospedaliero di Eboli, quando la figlia
riferiva di un loro familiare che aveva fatto dei viaggi in una “zona
rossa” del Coronavirus. La Uil Fpl ha sempre seguito con attenzione,
attingendo da fonti ufficiali del Campolongo Hospital i fatti descritti,
così come con attenzione monitorizza l’operato di tutte le strutture
sanitarie private ed accreditate della provincia di Salerno. Mai abbiamo
nutrito dubbi sulla professionalità del personale medico e paramedico del
Campolongo Hospital, struttura la quale da sempre riceve attestati di stima
sulla riabilitazione e chirurgia ortopedica. La Nostra solidarietà non può
non comprendere, gli operatori dell’ospedale di Eboli, gli operatori del
servizio di 118 e di quanti quotidianamente sono in prima linea a
combattere questo nemico invisibile. Senza scadere nel qualunquismo,
mantenendo lontana la retorica, rivolgiamo un solo invito a noi e a quanti
come noi svolgono un ruolo sociale: di profondere la nostra azione a tutela
dei e salvaguardia del lavoratori, i quali, in questo momento particolare,
hanno solo bisogno di sostegno e di solidarietà.

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