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Controlli INPS: chi dovrà restituire il bonus 600 euro Economia 

Controlli INPS: chi dovrà restituire il bonus 600 euro

L’INPS ha comunicato di aver ricevuto 4.772.178 domande di cui 3.668.968 accolte in relazione al bonus di 600 euro riservato ai titolari di partita Iva e agli autonomi.
Fino al 3 maggio l’INPS ha pagato 3.427.837 bonus mentre le altre non sono state accettate. L’Ente previdenziale ha respinto le istanze in quanto circa 225.000 presentavano un IBAN errato, circa 300.000 sono state respinte per cumulo con pensione o reddito di cittadinanza già in pagamento, e circa 630.000 avevano requisiti che non hanno superato i controlli e attualmente sono in stato di verifica/correzione perchè l’utente ha indicato la categoria sbagliata.
Alle domande pervenute all’INPS si aggiungono quelle arrivate alle Casse previdenziali private che sono pari a poco meno di 500.000. I controlli effettuati dall’Ente hanno già permesso di bloccare i pagamenti a quanti di fatto non avevano diritto a ricevere il bonus. L’Ente previdenziale nel mese di Aprile ha istruito una mole considerevole di richieste e di pagamenti per cui ha potuto effettuare dei controlli minuziosi.
Vista l’urgenza di far pervenire il bonus dei 600 euro sul conto corrente degli aventi diritto l’Inps ha liquidato le richieste pervenute riservandosi di effettuare i controlli in un momento successivo.
Le prossime verifiche avranno l’obiettivo di controllare che il bonus di 600 euro sia arrivato nelle tasche di coloro a cui spettava e non sia andato a finire invece nelle mani di quanti non ne avevano diritto.

Se l’INPS riscontrerà un’indebita ricezione dell’indennità richiederà immediatamente la restituzione della stessa.
I casi in cui il bonus 600 euro dovrà essere restituito sono i seguenti:
1) incompatibilità per quanti sono iscritti anche ad altre forme previdenziali obbligatorie,
2) per coloro che sono titolari di pensione con l’unica eccezione per quelle di invalidità e di reversibilità che non impediscono di ricevere l’indennità dei 600 euro.
3) i beneficiari del reddito di cittadinanza che di fatto è già un aiuto dello Stato e come tale non si può cumulare con il bonus erogato dall’Inps o dalla Cassa previdenziale privata.
4) restituzione in mancanza dei requisiti di accesso previsti in particolare per i lavoratori autonomi, per quelli dello spettacolo e per gli operai agricoli.
I lavoratori stagionali devono risultare disoccupati dal 17 marzo 2020 ed aver cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra questa data e il 1 gennaio 2019.
Gli operai agricoli devono aver effettuato nel 2019 almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo.
I lavoratori dello spettacolo devono avere 30 contributi giornalieri versati nel 2019.
Queste tre categorie in mancanza dei suddetti requisiti dovranno restituire all’INPS il bonus ricevuto.
Nessun problema invece per coloro che lo hanno ricevuto pur avendo un reddito alto visto che il decreto Cura Italia non ha previsto alcun requisito reddituale.

Diverso il discorso per i professionisti iscritti alle Casse previdenziali private visto che queste ultime hanno riconosciuto il bonus dei 600 euro a quanti nel 2018 hanno conseguito un reddito inferiore a € 35.000,00, e e a coloro con un reddito compreso tra gli € 35.000,00 e i € 50.000,00 che hanno registrato un calo dei compensi del 33% nel primo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
In caso di verifiche chi non avrà i requisiti indicati dovrà restituire l’indennità ricevuta. Oltre alla restituzione del bonus si rischieranno anche le sanzioni penali previste in caso di falsa dichiarazione e di utilizzo di atti falsi.







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