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Confcommercio Salerno: è calato il sipario sulla vicenda ma l’associazione  dei commercianti perde altri pezzi. L’abbandono del Patronato Enasco Economia Primo piano 

Confcommercio Salerno: è calato il sipario sulla vicenda ma l’associazione dei commercianti perde altri pezzi. L’abbandono del Patronato Enasco

Il Patronato ha abbandonato la ex Confcommercio Salerno. Un altro duro colpo da incassare per i commercianti salernitani. La conflittualità con la dirigenza e le divergenze di vedute, infatti, hanno provocato il tracollo istituzionale tanto che l’Enasco ha aperto la sua nuova sede in via Zammarelli a Torrione (e non più presso il punto operativo locale della Confcommercio Campania, come inizialmente previsto).

L’abbandono dell’Ente Nazionale di Assistenza Sociale per i Commercianti – confermato dal Responsabile Maurizio Tornatore – significa l’uscita della parte assistenziale del commercio dalla sede dove aveva alloggiato da sempre. E il parterre dei commercianti è sempre più in bilico. L’auspicio è che in un prossimo futuro possano ricrearsi le condizioni per riprendere un dialogo costruttivo con il mondo del commercio di cui la territoriale salernitana era espressione significativa.

Intanto la ex Confcommercio Salerno, è il caso di dirlo, tenta di recuperare credibilità nei confronti dei commercianti che rappresenta. E si prepara ad aprire il punto informativo in corso Garibaldi 167 a Salerno. Ma tutto questo sarà gradito dai diretti interessati? Si tratta di una scelta strategica che vuole essere il segnale di un nuovo inizio. Prima la manifestazione “Spendi con amore”, ideata in occasione della festa degli innamorati e presto una nuova sede. Non è chiaro, però, se i circa 1000 iscritti di Salerno seguiranno questo nuovo corso a trazione tutta napoletana. E l’allarme sulla rappresentanza è maggiore se si pensa al recentissimo abbandono di Enasco dalla Confcommercio territoriale.

Come verranno rappresentati dunque i commercianti salernitani? E Napoli terrà conto delle esigenze dell’imprenditoria locale? Se il calo dei consumi, la concorrenza della grande distribuzione online e – probabilmente – anche l’incapacità di sapersi rinnovare sono le ragioni che stanno determinando una profonda crisi nel settore e radicali trasformazioni, in città c’è anche il problema della rappresentanza. La storica Confcommercio a giugno scorso ha chiuso i battenti (dopo 75 anni di attività) travolta dai debiti ed è stata accorpata – con Caserta – alla componente napoletana.

I 7 dipendenti sono stati licenziati (di cui tre, Brogna, Ardovino e Soriente ricollocati a Napoli) e ora il presidente in carica, Giovanni Marone, dopo aver gestito l’epilogo si trova ad organizzare gli uffici del nuovo punto operativo di cui non sarà più presidente. Dell’associazione che ha avuto per decenni un ruolo importante in città e in provincia con presidenti di prestigio assoluto che hanno dato un contributo alla crescita del territorio, non è rimasto più nulla.

La squadra della Confcommercio era composta da un gruppo dirigente di commercianti di altissimo profilo. Adesso oltre al presidente c’è il nulla e i dipendenti che hanno dedicato anni e competenze all’associazione sono stati mandati via. Non è immaginabile che si continui a decidere del territorio in altre sedi, staremo a guardare se i commercianti salernitani accetteranno questo riassetto organizzativo per lavorare insieme negli interessi della categoria e di Salerno.

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