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Cingalese muore d’infarto sotto le Luci d’Artista a Salerno Cronaca Primo piano 

Cingalese muore d’infarto sotto le Luci d’Artista a Salerno

I limoni e i cuori delle Luci d’Artista del Corso non illuminano quello che accade dietro le finestre e nelle stradine che si affacciano su corso Vittorio Emanuele. Non fanno luce all’interno di certi luoghi dove si vive – o meglio, sopravvive senza che sia assicurata alcuna forma di sussistenza dignitosa e sicura. Ieri mattina, intorno alle 10, un giovane – probabilmente di origini cingalesi – ha chiesto aiuto ai passanti del Corso perché un connazionale si stava sentendo male. Qualcuno ha avvisato l’ambulanza che è arrivata in via degli Orti, una stradina a pochi passi dal cuore della city. Medico e infermiera sono stati accompagnati all’interno di un garage, uno spazio piccolissimo in cui erano stati montati lungo le pareti dei letti a castello. All’ingresso, cumuli di buste blu colme di mercanzia di ogni genere. All’ingresso del piccolo bagno, in fondo al locale, c’era il 37enne O.S. disteso a terra. Attorno a lui almeno una decina di persone. Le stesse che – probabilmente – di notte dormono lì. Sono in tanti, ma solo uno di loro parla un italiano stentato e, a fatica, riesce a spiegare che il suo amico stava andando in bagno quando improvvisamente si è accasciato a terra e ha perso conoscenza. La mezz’ora impiegata nel tentativo di rianimarlo è stata vana e non è stato possibile fare altro che costatarne il decesso. Il corpo è stato portato all’obitorio dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” e si dovranno attivare tutte le procedure amministrative per capire se ha parenti che possono essere contattati e a cui comunicare l’accaduto. Non è stato possibile, per il medico intervenuto comprendere quale fosse la storia clinica di O.S.: «Chissà se negli scorsi giorni aveva avuto delle avvisaglie e non si era fatto controllare; chissà se vivere in condizioni così estreme e di degrado non ha accelerato la malattia», dice uno dei sanitari. Nella zona, qualche ora dopo, nessuno sa di quello che è accaduto ma in molti sanno che in quella sorta di casa-garage c’è uno spazio che non si sa bene se sia destinato al culto, o ad abitazione, oppure a magazzino. «È assurdo che si facciano dei contratti per far vivere delle persone in questo modo, senza che nessuno si preoccupi delle condizioni di degrado. Magari c’è pure chi ci guadagna, senza farsi troppi scrupoli…», fa notare una signora che esce da un palazzo vicino. «Ci sono orari in cui sono davvero in tanti, per questo abbiamo pensato a un luogo di preghiera», spiega un ragazzo che lavora in uno degli uffici vicini. Le Luci nel frattempo si riaccendono. A dieci metri dalla “suburra” nascosta tra i palazzi della city. Fonte: La Città di Salerno

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