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Cinema d’estate, stavolta l’Italia ci prova sul serio Lifestyle 

Cinema d’estate, stavolta l’Italia ci prova sul serio

Il ‘chiuso per ferie’ all’ingresso della sala cinematografica non ci sarà più: il cartello stavolta è “al cinema. Tutto l’anno”. Per la prima volta in Italia tutto il mondo dell’industria cinematografica si compatta per rilanciare il film in sala e guardare avanti, a cominciare dalla prossima estate. C’è da riaffermare l’importanza culturale del racconto cinematografico nel luogo di fruizione originario, riportare insomma il pubblico in sala (a Roma ad esempio hanno chiuso Royal e Maestoso per citare le ultime due) e convincerlo a varcare la soglia anche nei mesi estivi. Persuadere il pubblico sarà complicato, il presidente dell’Anica Francesco Rutelli parla di “cambiamento epocale”, del resto sono questi i tempi, ammette lo stesso Rutelli, “di cambiamenti nel contesto”. La parola Netflix è sottintesa, ma “vietata” nella presentazione alla stampa del grande progetto Moviement in cui tutta la filiera del cinema, dalla produzione all’esercizio, con il grande appoggio istituzionale del Mibac e di fondazioni come i David di Donatello e il supporto della Rai, è riuscita, nessuno escluso, a fare squadra per un obiettivo comune: far vivere il cinema 12 mesi l’anno e riuscire a portare l’Italia ai livelli europei di consumo cinematografico. “Abbiamo lavorato tanto, è uno sforzo enorme, serve il sostegno di tutti per riuscire” dice Luigi Lonigro, presidente dei distributori, grande tessitore dell’iniziativa. Il progetto parte con intenzione triennale al debutto nell’estate 2019: 60 titoli di cui distributori ed esercenti (e autori!) accettano il rischio di uscita. Il testimonial Pif ironizza: “Per quanto mi stimi, non posso spostare le masse dalla spiaggia verso la sala.
Ma certo una premiere a Mondello con pane e panelle della ‘Mafia uccide solo d’estate inoltrata’ sarebbe un sogno”. Il 21 marzo alla diretta su Rai1 della cerimonia dei David il lancio alla platea televisiva di Moviement, mentre in sala c’è lo spot, una sorta di richiamo degli affetti “per emozionarsi, fremere per vedere i grandi film, partecipare ad un’estate incredibile”.
Dice Carlo Bernaschi, presidente degli esercenti multiplex: “Non sono traguardi estremi ma possibili, ce la possiamo fare”, mentre Francesca Cima, presidente dei produttori Anica, parla di “voglia di sconfiggere un tabù che riguarda il cinema, ma non solo, perché tutto il consumo culturale rallenta d’estate”. Il cinema all’ultima spiaggia? “Urgenza ed emergenza, bisognava svoltare. Non è ultima spiaggia, perché ce ne è sempre un’altra”, commenta Piera Detassis, presidente dei David. Il Mibac ci crede: la senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario al ministero, sposa Moviement e anzi spiega il grande incentivo sul cinema italiano come “un contributo fino al 40% sulla distribuzione, che può salire al 70% per film in più di 200 schermi e con un piano lancio oltre le 500 mila euro”. Tra i 60 titoli tanti blockbuster americani: Godzilla II, Toy Story 4, Men in black:International, Il Re Leone, Pets 2, X Men- Dark Phoenix, Spider-Man: Far from Home, Fast & Furious. E anche titoli d’autore: Stanlio e Ollio, I fratelli Sisters di Audiard, The Golden Glove di Fatih Akin, il Nureyev di Ralph Fiennes. E i titoli italiani? Qui emerge un po’ di difficoltà: si lanciano nella sfida Il grande spirito di Sergio Rubini e Il signor Diavolo di Pupi Avati e “i 2-3 titoli che forse andranno al festival di Cannes”. Si studiano “incentivi per fidelizzare” e altre iniziative, insomma stavolta in Italia ci si prova sul serio.

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