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Cesare Battisti a Ciampino: ‘So che andrò in carcere’. Salvini: ‘Spero di non vederlo’ Italia e Mondo 

Cesare Battisti a Ciampino: ‘So che andrò in carcere’. Salvini: ‘Spero di non vederlo’

Finisce dopo 37 anni la fuga di Cesare Battisti. Il terrorista del Pac è giunto in Italia dalla Bolivia e subito trasferito nel carcere di Oristano dove resterà in isolamento per i primi 6 mesi. Un rientro che è stato segnato da polemiche politiche. Il vicepermier Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede erano a Ciampino all’arrivo del volo che ha portato Battisti in Italia. Critiche dall’opposizione, secondo cui gli esponenti del Governo hanno cavalcato mediaticamente in modo eccessivo la cattura del latitante.

Testa alta, pizzetto, giubbotto marrone, senza manette ai polsi: è sceso così dall’aereo che lo ha riportato in Italia Cesare Battisti. A circondarlo un gruppo di poliziotti. Il Falcon 900 del Governo italiano era decollato da Santa Cruz in Bolivia, Paese dove è stato arrestato l’uomo dopo una fuga dall’Italia durata 38 anni. Battisti è smontato dal Falcon 900 atterrato dalla Bolivia circa 10 minuti dopo l’atterraggio, alle 11.50.

Poco dopo l’apertura del portellone dell’aereo un gruppo di sette agenti di polizia è salito sul velivolo, mentre un’altra decina di agenti, in parte armati di mitraglietta attendeva ai piedi della scaletta, e nel giro di qualche minuto lo ha fatto scendere dall’aereo.

Ad attendere l’arrivo dell’ex terrorista, all’interno dello scalo di Ciampino, il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Battisti è apparso tranquillo e non ha mai abbassato lo sguardo mentre procedeva scortato dagli agenti.

Cesare Battisti è poi arrivato intorno alle 17.25 nel carcere di Massama, nelle campagne di Oristano. L’ex terrorista ha varcato le porte dell’istituto a bordo di un furgone con i vetri oscurati e una quindicina di auto al seguito con sirene spiegate. All’esterno della casa circondariale, presidiata dalle forze dell’ordine, solo un gruppo di giornalisti.

“Spero di non incontrarlo da vicino”, ha detto il ministro Salvini. “Oggi – ha proseguito – penso che l’Italia debba festeggiare, con troppo ritardo. E’ una giornata nel nome della giustizia, dell’onore, del buonsenso. L’Italia ha ritrovato centralità, rispetto e rispettabilità. Sono contento che abbiate potuto vedere ovunque queste immagini, segnale di rinnovata fiducia e giustizia”.

Il ministro dell’Interno ha poi avuto una “lunga, cordiale e costruttiva telefonata” con il Presidente del Brasile, Bolsonaro. “Gli ho ribadito l’enorme grazie a nome di 60 milioni di italiani – spiega il titolare del Viminale – per averci permesso di chiudere positivamente la questione Battisti e ci siamo impegnati ad incontrarci presto in Brasile o in Italia per rinsaldare i legami tra i nostri popoli, i nostri governi e la nostra amicizia personale”.

Per il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede “è il risultato di un intero Paese, un risultato storico: quando le istituzioni italiane sono compatte non ci ferma nessuno. Oggi l’Italia va a a testa alta. Parliamo di un pluriomicida che si è macchiato di reati gravissimi – ha detto – e con la sua fuga ha offeso il Paese. Il momento in cui la giustizia farà il suo corso è quando varcherà la porta del carcere: a quel punto sconterà la pena dell’ergastolo”.

“Abbiamo assicurato alla giustizia una persona pericolosa che ha fatto del male all’Italia e che si è dimostrato irridente e oltraggioso nei confronti del Paese”, ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli. “Voglio sottolineare il lavoro della nostra Intelligence, della Digos e della questura di Milano che hanno lavorato assieme all’Interpol per raggiungere questo straordinario risultato”, ha aggiunto.

Battisti rientra nei casi dell’ergastolo ostativo, ossia senza la possibilità di ottenere benefici nell’esecuzione della pena, almeno se le condizioni non mutano. Lo hanno spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna.

“Stiamo lavorando per recuperare terroristi che se la stanno godendo in giro per il mondo”, ha detto il ministro Salvini. Terroristi di ogni colore politico?, gli è stato chiesto. “Si di ogni colore politico, bianco, rosso, verde”.

I primi controlli su Cesare Battisti e sulla sua rete di ‘protezione’ sono cominciati lo scorso 16 ottobre ed è emerso che l’ex terrorista, arrestato sabato pomeriggio a Santa Cruz de la Sierra dopo la sua fuga dal Brasile, ha usato anche il suo profilo Skype ‘Cesare 1900′. E’ quanto risulta dalle indagini della Digos di Milano e del sostituto pg Antonio Lamanna che, grazie e un sofisticato sistema di monitoraggio, hanno individuato gli spostamenti dell’ex componete dei Pac.

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