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Cefalea e smart working, impatto psicologico può pesare Lifestyle 

Cefalea e smart working, impatto psicologico può pesare

Cefalea e smart working: “Questa correlazione merita un’analisi non semplicistica. Esiste la cosiddetta sindrome del videoterminalista, ma non la ritengo responsabile di questa correlazione.

Certo, trasportando il terminale dall’ufficio a casa, spesso aumentano le ore di lavoro, ma non diminuiscono impegno e concentrazione. Ma se fosse solo quello, osserveremmo una maggiore incidenza di cefalea nei ragazzi, che passano anche più di 12 ore consecutive a giocare ai videogame, con una concentrazione e concitazione paradossalmente maggiori rispetto a chi sta lavorando, ma non è così. Il reale problema è altrove. Lo smart working purtroppo, se da un lato ci risparmia ore di traffico, soprattutto nelle grandi città, dall’altro ci impedisce di uscire. L’essere da soli e decontestualizzati a casa può avere un impatto psicologico negativo che può causare delle ripercussioni importanti anche sul mal di testa”.
Così Cherubino Di Lorenzo, responsabile del Centro Diagnosi e Cura delle Cefalee della casa di cura Grottaferrata (Roma) del gruppo Ini, che analizza anche la situazione negli appassionati dei videogiochi. “Sicuramente stare ore davanti a un videogioco è un problema che in generale non deve essere sottovalutato, ma non è detto che ciò dia mal di testa. La cefalea da videogioco è spesso dovuta alla disidatrazione” per non perdere le fasi di gioco.
“I veri fattori di rischio – prosegue Di Lorenzo – vanno cercati nei corretti stili di vita. Diverso il problema della dipendenza. Una patologia seria che deve essere affrontata da specialisti e famiglia”, riferendosi ai videogame.
E sulle sane abitudini, soprattutto per gli emicranici, l’esperto sottolinea che “la disidratazione è una concausa importante di violenti attacchi di emicrania. E con l’aumento delle temperature aumenta la tendenza a disidratarsi. Quindi bere spesso acqua, al limite una tisana fatta in casa, anche fredda ed evitare bevande gassate piene di zuccheri. Altro consiglio importante è l’igiene di vita. L’emicranico deve essere metodico. Le giornate si allungano, si va a letto tardi, si cena tardi, si dorme di meno. Tutto questo ha ripercussioni negative sui soggetti emicranici. È importante quindi non stravolgere i propri bioritmi”.
E in generale per chi è in smart working “fare delle pause, che non significa cucinare, aprire FB o rispondere a email personali. Significa, staccare la spina. Alzarsi in piedi, sgranchirsi le gambe e, se possibile, uscire di casa. Bastano poche centinaia di metri per distendere la muscolatura e la mente”. (ANSA).

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