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CASHBACK: UN’ALTRA OCCASIONE PERDUTA Attualità Economia Primo piano 

CASHBACK: UN’ALTRA OCCASIONE PERDUTA

Il cashback rappresenta l’ennesimo paradosso di un Governo allo sbando. Ad oggi gli aderenti all’iniziativa si vedranno rimborsati solo 25 euro a dicembre. Sono stati 9,1 milioni i download dell’app IO a dicembre 2020, quella che permette ai consumatori di usufruire del “cashback” del 10% rispetto alle spese effettuate nel mese, purché presso negozi fisici e tramite utilizzo di una carta di credito o debito (bancomat). Le operazioni minime dovranno essere 10 e l’importo massimo che verrà accreditato su ciascun conto corrente sarà di 150 euro. Il Governo ha stanziato per questa operazione 228 milioni di euro. Questi soldi spalmati sugli oltre 9 milioni di italiani che hanno scaricato l’app IO portano a un “cashback” medio di non oltre 25 euro. Stando ai dati del Governo, il “cashback” maturato nelle prime due settimane dell’incentivo è stato mediamente di 18 euro a testa. Siamo lontani dai 150 euro massimi promessi dal Governo. Insomma, la classica presa in giro, che partiva però con una buona intenzione: spingere le famiglie verso i pagamenti elettronici. Peccato che questi, però, contemplino anche l’uso delle app e dei bonifici, mezzi di pagamento al momento esclusi dal “cashback” di Natale, incentrato esclusivamente sulle carte. E per non parlare delle difficoltà tecniche dell’esordio, quando si è scoperto che i pagamenti contactless alla cassa quelli che per piccole cifre possono avvenire senza la digitazione del codice PIN, non fossero validi ai fini dell’ottenimento del rimborso.

Ma non è tutto.  Gli acquisti validi sono solo quelli realizzati presso i negozi fisici, tutto ciò sembra un contro senso proprio in un momento in cui il Governo si appella alle famiglie chiedendo a tutti di restare il più possibile a casa per evitare assembramenti. A seguito della pandemia si è registrato un vero boom dello lo shopping online in tutto il mondo, Italia compresa. Questo business però è escluso dal “cashback” di Stato. Si è voluto evitare di incentivare ulteriormente gli acquisti presso i colossi mondiali quali ad esempio Amazon ai danni del Made in Italy. Oggi online si trovano tanti negozi italiani (sugli stessi portali come Amazon ed eBay), e che si ritrovano ad essere penalizzati da una norma discriminatoria nei loro confronti. Ci si chiede perché il “cashback” non si possa sfruttare anche per gli acquisti su internet. Mettiamo che vogliamo spendere 100 euro per comprare un regalo su Amazon. Se effettuiamo l’acquisto con addebito diretto sulla nostra carta, niente “cashback” del 10%. Se, invece, ci rechiamo presso una tabaccheria o un supermercato e acquistiamo con la nostra carta un buono regalo Amazon da 100 euro il rimborso è valido. Nella sostanza cos’è cambiato? Nulla,semplicemente abbiamo fatto perdere tempo al consumatore e lo abbiamo indotto a recarsi prima in un negozio fisico per poi spendere ugualmente online. Nei fatti abbiamo ammazzato l’idea stessa di digitalizzazione che implica riduzione di sprechi di tempi e denaro. Lo stesso dicasi per i pagamenti delle bollette:se facciamo l’operazione direttamente online non abbiamo diritto ad alcun “cashback”, se ci rechiamo presso una tabaccheria sì. Altro che innovazione.Lo Stato decide persino i canali di acquisto degli italiani! Chi in era Covid ha pensato di aprire un sito di vendite su internet per sopperire al mancato fatturato in negozio sperando di aprirsi uno spiraglio per il futuro viene bastonato per distribuire quattro spiccioli a favore del commercio tradizionale. I fondi stanziati per il 2021 rischiano di non bastare: gli 1,75 miliardi destinati al “cashback” per l’anno prossimo suddivisi per i 9,1 milioni di download già effettuati (e saliranno certamente nei prossimi mesi), non arrivano alla media annua di 195 euro, a fronte dei 150 euro a semestre (300 euro all’anno) massimi fissati dal Governo. Ci risiamo i numeri non tornano.







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