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Brooks Brothers verso la bancarotta, addio allo storico brand guidato da Del Vecchio Lifestyle 

Brooks Brothers verso la bancarotta, addio allo storico brand guidato da Del Vecchio

Anche i grandi crollano. Mentre il Fondo Monetario internazionale rilascia le sue previsioni fortemente preoccupate, si susseguono purtroppo i big che rischiano il fallimento, da un capo all’altro del mondo, a causa del lockdown e della crisi innescata dal Coronavirus. L’ultimo della lista è Brooks Brothers, storico brand Usa di abbigliamento di lusso maschile che ha vestito almeno 40 presidenti.

La stima sull’economia mondiale prevede per quest’anno una contrazione più alta delle attese registrando un calo del 4,9%. Scenari cupi per l’economia dell’area euro che, per il Fmi, si contrarrà quest’anno del 10,2%. ma anche per gli Stati Uniti, dove secondo l’Fmi la contrazione sarà nel 2020 maggiore delle attese, con un Pil in calo dell’8%.

Brooks Brothers, che ha vestito Roosevelt, Hoover, Kennedy, Nixon, Ford, Bush, Clinton e Obama, diventato anche, ufficiosamente, fornitore dei banchieri di Wall Street, è arrivato a presentare istanza di fallimento. Le vendite di abbigliamento formale e di lusso da uomo sono diminuite del 74% solo tra aprile e giugno.

Una crisi già in atto quella che ha colpito il marchio, dettata nell’ultimo decennio da una moda sempre più informale, poi il colpo di grazie inferto dal Covid. Persino lo smart working ci ha messo del suo, portando sempre più uomini a lavorare da casa e dunque più comodi in t-shirt e pantaloncini.

“Sebbene la pandemia abbia gravemente eroso le prospettive del business, Brooks Brothers ha sofferto a lungo di un fallimento nell’adattarsi in modo decisivo ai cambiamenti delle tendenze”, ha spiegato Neil Saunders, amministratore delegato di GlobalData Retail. “Quando si tratta di gusti e stile, Brooks Brothers ha nuotato contro corrente”.

Brooks Brothers ha presentato quello negli Stati Uniti si chiama capitolo 11 presso un tribunale del Delaware, dove ha sede. A giugno aveva avvertito che avrebbe licenziato quasi 700 lavoratori in tre stati e ora sta cercando un acquirente.

La società ha valutato varie opzioni strategiche, tra cui una potenziale vendita. Ma finora ha faticato a trovare un acquirente. Un portavoce ha dichiarato che prevede di “completare il processo di vendita entro i prossimi mesi”. Intanto Brooks Brothers sta chiudendo il 20% dei suoi 250 negozi negli Stati Uniti.

Secondo la dichiarazione di fallimento, ha ottenuto 75 milioni di dollari (poco più di 66 milioni di euro) in finanziamenti per continuare a operare. “Lo scopo è quello di ottenere finanziamenti aggiuntivi e facilitare un processo di vendita in modo efficiente per massimizzare il valore per i nostri stakeholder e garantire che il nostro marchio iconico sia posizionato per continuare con una nuova proprietà”, ha detto un portavoce della società.

Fondata a New York, a due passi da Wall Street, nel 1818 come azienda familiare, la società privata è di proprietà del miliardario italiano Claudio Del Vecchio. Iniziò presto a realizzare abiti pronti per uomini che di fatto non si potevano rivolgere a un sarto. Nel 1896, ha inventato l’originale polo abbottonata, per non parlare delle celebri stampe madras.

Del Vecchio ha acquistato il marchio nel 2001 da Marks e Spencer per 225 milioni di dollari (oltre 198 milioni di dollari). Ha contribuito a espandere il fascino del marchio oltre all’abbigliamento formale maschile, compresi abiti casual e più giovani. Ma non è bastato. Secondo alcuni esperti del settore fashion, il limite di Brooks Brothers è aver mantenuto un approccio decisamente troppo formale e di vecchia scuola, che si è rivelato poco al passo con gli acquirenti più giovani in cerca di un look più audace.

È l’ultimo brand iconico a fallire, dopo J.Crew, Neiman Marcus, JCPenney. Brooks Brothers rimane, ad oggi, uno degli ultimi importanti rivenditori al dettaglio a realizzare tutti i suoi prodotti negli Stati Uniti. Ma anche questo potrebbe cambiare. Del Vecchio ha dichiarato al New York Times il mese scorso che le sue fabbriche americane “non hanno mai fatto soldi” e starebbe pianificando di spostare alcune operazioni all’estero per risparmiare denaro. (fonte Qui Finanza)

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