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BAMBINI, EDUCARLI ALLA MUSICA  MENTRE IMPARANO A PARLARE Lifestyle 

BAMBINI, EDUCARLI ALLA MUSICA MENTRE IMPARANO A PARLARE

Sbarca anche a Lecco la Music Learning Theory, un metodo di insegnamento che descrive le modalità di apprendimento musicale a partire dall’età neonatale del bambino, seguendone lo sviluppo all’interno di un efficace percorso di educazione alla musica che lo accompagna durante la sua crescita, fino a portarlo ad acquisire le necessarie competenze per l’esecuzione, l’ascolto e la comprensione della musica.

La teoria dell’apprendimento musicale è stata ideata da Edwin E. Gordon (1927-2015) ed è fondata su più di 50 anni di ricerche ed osservazioni. La Music Learning Theory si fonda sul presupposto che la musica si possa apprendere secondo processi analoghi a quelli con cui si apprende il linguaggio. Il bambino è immerso nei suoni parlati della lingua madre fin dalla nascita; nel corso del tempo, attraverso tentativi ed imitazioni, svilupperà un proprio vocabolario parlato. Sarà solamente durante l’età scolare che imparerà a leggere e a scrivere nella propria lingua.

Lo stesso vale per la musica. Attraverso un percorso con obiettivi precisi che segue passo dopo passo lo sviluppo e la crescita musicale del bambino, ad un piccolo allievo immerso nei suoni musicali viene data la possibilità di sviluppare un proprio vocabolario di suoni ascoltati dagli 0 ai 3 anni e poi, interagendo attraverso risposte musicali, prima spontanee poi intenzionali, di creare il proprio vocabolario di suoni cantati, che verrà pian piano ampliato dai 3 ai 5 anni.

“Le prime ricerche di Gordon vertevano intorno al tema dell’attitudine musicale – spiega Chiara Pezzotti, cantante ed insegnante di musica che ha scelto di portare questa teoria nel lecchese – ossia il potenziale di apprendimento in musica, innato in ciascuno di noi, che tanto deve il suo sviluppo all’ambiente in cui viviamo nei primi anni di vita. Passaggio decisivo fu la creazione del termine audiation, per esprimere un concetto fondamentale per tutto il lavoro sulla didattica musicale degli anni successivi. L’audiation è infatti la capacità di sentire internamente e comprendere suoni non fisicamente presenti. Lo sviluppo di questa capacità, vera e propria forma di pensiero musicale, divenne il tema centrale del lavoro di Gordon. E proprio sulla base del concetto di audiation, Gordon arriva a concludere che un percorso di apprendimento appropriato è quello che vede il pensiero e il linguaggio musicale svilupparsi parallelamente a come avviene per il linguaggio parlato”.

Il materiale didattico proposto è costituito da canzoni e canti ritmici senza testi che rispondono a quattro criteri fondamentali: brevità, varietà, complessità e familiarità. Non soltanto canzoncine in modo maggiore e metro binario, dunque, ma canzoni e canti ritmici in tutti i modi e i metri possibili e fin dall’inizio del percorso didattico. L’uso della voce e del corpo in movimento, più che di strumenti e strumentini da far suonare ai piccoli allievi, arricchisce il quadro di una metodologia che si focalizza nei concetti di guida informale ed educazione più che di insegnamento. Momenti di musica si alternano a momenti di profondo silenzio, l’assorbimento degli stimoli musicali continua nel silenzio e l’audiation muove i primi passi nei bambini. Il linguaggio parlato è completamente assente, non ci sono commenti e men che meno battiti di manine, non ci sono parole e testi nelle canzoni e nei canti ritmici. Soltanto musica cantata e movimenti liberi e fluenti, spontaneamente ispirati dalla musica.02

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