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Appello agli operai delle Fonderie Pisano da “Medicina Democratica” e ambientalisti “Salute e Vita” Attualità 

Appello agli operai delle Fonderie Pisano da “Medicina Democratica” e ambientalisti “Salute e Vita”

“Nell’ormai pluridecennale vicenda che ha visto svilupparsi la lotta contro la nocività nella Valle dell’Irno, ascrivibile allo stabilimento siderurgico Pisano di via dei Greci in Salerno, il Comitato/Associazione “Salute e Vita” e l’Associazione “Medicina Democratica” hanno affrontato una serie di muri di gomma che apparivano invalicabili per raggiungere verità e giustizia per le vittime di chi antepone il profitto alla salute dei lavoratori e delle popolazioni vicine al luogo di produzione. Abbiamo registrato in tante occasioni l’indifferenza, l’atteggiamento omertoso, la stizza di chi era abituato al quieto vivere, la franca ostilità di figure istituzionali alle quali ci eravamo rivolti per un aiuto o almeno per una legittima attenzione sulle problematiche di salute che sollevavamo, eppure non ci siamo mai fermati facendo saltare tutte le coperture, i conflitti d’interesse, l’omertà e le false attestazioni dei tanti chierici ossequiosi ai comandi del padrone dell’industria”, scrivo le associazioni. Che aggiungono: “Quello che più è mancato, però, è stato il vostro appoggio e la vostra collaborazione, nonostante la nostra certezza che anche voi lavoratori subivate le condizioni estreme nelle quali si svolge l’attività siderurgica, di per sé già logorante e pericolosa ma, in aggiunta, voi vi trovavate in una condizione di un rischio ulteriore ed immotivato per via delle molte irregolarità rilevate, sotto nostra denuncia, durante le indagini di vari organi istituzionali (Arpac e Procura della Repubblica). Il carattere immotivato del rischio, come quello delle garanzie antincendio, è spiegabile solo perché la proprietà antepone il profitto del risparmio alla vostra ed alla nostra salute. Lo stesso discorso vale per il mancato adeguamento alle BAT: anche qui dovreste ringraziarci se si è scoperto il problema e si è avviato qualche miglioramento.

In tutto questo tempo noi abbiamo registrato le voci che venivano dall’interno della vostra fabbrica, che non si manifestavano apertamente per la paura di licenziamenti che sovrastava la paura delle malattie: ma queste, purtroppo, sono un destino inesorabile per chi è esposto ad un ambiente lavorativo pieno di polveri sottili, metalli pesanti, sostanze chimiche micidiali, diossine prodotte dalla fusione dei rottami e materiali di ogni tipo, che ormai risultano da prove testimoniali essere entrati in fabbrica.

I vostri rappresentanti sindacali si sono preoccupati sempre e solo di difendere a spada tratta l’immagine dell’impresa con l’alibi del rischio occupazionale, giungendo a sostituirsi all’imprenditore nei dibattiti pubblici ove si proponeva un contraddittorio. Ma non si sono chiesti perché, tra le 120 cartelle cliniche da noi presentate in Tribunale, molte in percentuale erano di ex operai delle Fonderie; non ci hanno neanche chiesto le perizie del Tribunale di Salerno cosa dicessero. Questo, a nostro avviso, non è un comportamento corretto ed è per questo che abbiamo scritto direttamente al Segretario della CGIL Maurizio Landini per chiedere spiegazioni. Lo abbiamo fatto perché crediamo nei lavoratori e perché, diversi di voi, ci facevano pervenire prove dirette dall’interno che tutto questo unanimismo era una falsa facciata: noi sappiamo che state male a lavorare immersi nei fumi.

La trasmissione del programma “Le Iene”, andata in onda ieri, 25 maggio 2022, ha squarciato quel velo di omertà quando uno di voi ha fatto delle dichiarazioni gravissime. Noi lo ringraziamo del coraggio e siamo già pronti a prendere le sue difese contro una prevedibile rappresaglia. Tuttavia, sappiamo che quella rivelata è una piccola parte della verità.

Noi comitati e associazioni, noi cittadini, vi chiediamo ufficialmente di NON TENERE PIÙ LE BOCCHE CHIUSE!

Mostrate da subito, come abbiamo fatto noi, la vostra solidarietà al vostro compagno di lavoro che ha mostrato il coraggio di difendere la vostra e la nostra salute.

Basta col ricatto dei licenziamenti: una FABBRICA NOCIVA È COMUNQUE DESTINATA A CHIUDERE.

Un IMPIANTO POSTO IN UN LUOGO SBAGLIATO COMUNQUE AVRÀ VITA BREVE, una volta che la gente reagisce per espellerlo dall’area urbana”, concludono Lorenzo Forte del Comitato “Salute e Vit”a e Paolo Fierro di “Medicina Democratica”

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