You are here
Antonacchio (Cisl) : “A Salerno e provincia mancano 3mila operatori sanitari” Attualità 

Antonacchio (Cisl) : “A Salerno e provincia mancano 3mila operatori sanitari”

“In provincia di Salerno – afferma Pietro Antonacchio, Segretario Generale della CISL FP di Salerno – mancano circa 3.000 operatori sanitari e spiace dover rilevare che per un adeguamento parziale ne sono stati assunti circa 800 dei quali molti con contratti a termine. Insufficienti per fronteggiare il fabbisogno assistenziale routinario ma che comunque hanno garantito di combattere l’emergenza epidemiologica anche alla luce del fatto che tutta l’ordinaria assistenza sanitaria è stata bloccata.

Appare evidente che alla ripresa ci saranno liste di attesa interminabili, pazienti che non si sono controllati, patologie non individuate con tutti i rischi che ne deriveranno per la salute dei cittadini. Eppure nonostante la situazione e la evenienza di un nuovo picco epidemico, l’attenzione sulle condizioni di lavoro degli operatori si sta abbassando, per cui stanno ritornando da eroi di ieri a non essere di nuovo considerati ovvero scarsamente valutata la carenza e l’insufficienza del personale. Ci si ostina ad operare una separazione anche economica con una premialità deliberata dalla giunta regionale che frammenta gli operatori con scelte che in nessuna altra regione sono state così divisive, fomentando un diffuso senso di sfiducia e di precarietà e su cui alcuni sindacati e sindacalisti improvvisati buttano benzina sul fuoco con una informazione spregiudicata su un input regionale per non prorogare i contratti a termine alla scadenza. Spiace dover constatare che si gioca sulla pelle di operatori e cittadini, situazione che non è tollerabile ma che purtroppo si ingenera irrimediabilmente se si continua a deliberare senza confronto con le organizzazioni sindacali più rappresentative.

l cambio di tendenza in una una visione globale e complessiva ma soprattutto di sistema metterebbe in condizione di scoprire e di percorrere strade condivise – chiarisce Antonacchio – all’interno delle quali poter allocare le risorse che ci sono, riorganizzare il settore potenziandolo e rendendolo più efficiente, assumere tutti gli idonei dalle graduatorie regionali, stabilizzare i precari e avviare anche concorsoni unici regionali. I 9.600 infermieri che hanno presentato le istanze all’AOU di Salerno, sono gli stessi che le hanno presentate in altre due aziende del napoletano e saranno gli stessi che la presenteranno al Moscati. Se questa è programmazione sanitaria allora sarebbe auspicabile che tra i primi requisiti necessari per chi si accinge a governare la Campania per i prossimi anni sarà da ricercare il buon senso”.

“Il contagio non si ferma né con le parole né con le ordinanze, ma con una risposta sanitaria all’altezza della sfida, frutto di una programmazione capace di adeguare il modello alle esigenze reali. Perciò meno chiacchiere e più fatti se vogliamo vincere questa sfida, utilizzando al meglio le grandi risorse professionali esistenti e il prezioso contributo di quanti devono essere chiamati a rafforzare gli organici tuttora vuoti”.

Lorenzo Medici, leader della Funzione Pubblica Cisl della Campania, lancia un appello alle forze politiche regionali affinché tutte assieme affrontino questa situazione e si impegnino a fare fronte comune per tutelare l’eccellenza del comparto. “Mancano personale ed attrezzature, e l’assistenza territoriale deve essere rafforzata. Se qualcuno pensa di continuare a spremere gli addetti in servizio, e di fabbricare altri precari si sbaglia. Noi non lo consentiremo.

Occorre – aggiunge Medici – un piano di reclutamento speciale di almeno 15 mila unità utilizzando tutti i fondi che il governo ha messo a disposizione per rafforzare la sanità pubblica. La Funzione Pubblica sostiene che è il momento di uscire una volta e per sempre dalla logica dell’emergenza e puntare ad un cambio strutturale di sistema per posizionale la sanità campana sugli standard di altre regioni con la stessa popolazione. Come? Privilegiando soluzioni strutturali tarate su una nuova concezione di modello sanitario improntato alla separazione dei percorsi di accesso e al potenziamento dei distretti ambulatoriali come indicato dalle linee guida del Ministero della Salute, e dicendo basta a soluzioni improvvisate con strutture modulari inadeguate e del tutto inefficienti, solo uno spreco di denaro pubblico. La Campania ha oltre un miliardo per l’edilizia sanitaria, ma mancano programmazione e progettualità

“Quanto hanno fatto gli operatori sanitari in questi terribili mesi – conclude Medici – ci ha confermato che abbiamo sul territorio professionalità eccezionali che, se vengono messe nelle condizioni di offrire al meglio la propria esperienza, non temono confronti con nessuno. Perciò va colta fino in fondo questa opportunità. Così eviteremo il disastro oggi e porremo le condizioni domani per offrire a tutti una risposta eccellente alla domanda di salute che viene dalla Campania, dal Mezzogiorno e da tutto il Paese”. 

scritto da 







Related posts