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Accadde oggi: il 28 luglio 1794 con la ghigliottina a Robespierre termina la fase della rivoluzione  francese “del grande terrore” Attualità 

Accadde oggi: il 28 luglio 1794 con la ghigliottina a Robespierre termina la fase della rivoluzione francese “del grande terrore”

Accadde oggi: era Il 28 luglio 1794, 229 anni fa, quando Maximilien de Robespierre viene ghigliottinato, senza essere sottoposto a processo, insieme a ventidue dei suoi più stretti collaboratori tra cui il fedelissimo Saint-Just. Con la liquidazione del gruppo dei giacobini si conclude la fase della Rivoluzione Francese passata alla storia come “Grande Terrore“.Nato ad Arras, nella Francia del Nord, Robespierre rimase molto giovane orfano di madre. Abbandonato dal padre, fu cresciuto dal nonno materno e dalle zie. Lui stesso si prese cura dei tre fratelli più giovani. Brillante studente, si laureò in giurisprudenza e divenne avvocato. Per un breve periodo esercitò anche la professione di giudice ma la abbandonò ben presto perché si rifiutò di pronunciare una condanna a morte. Democratico, progressista, repubblicano rivoluzionario e seguace delle correnti filosofiche di Jean-Jacques Rousseau, Robespierre non appena eletto deputato negli Stati Generali nel 1789, come rappresentante del Terzo Stato fu subito tra i primi firmatari del giuramento della Palla Corda in cui il Terzo Stato si autoproclamò Assemblea Nazionale Costituente. Durante i due anni di vita 1789-1791 della Costituente, Robespierre si distinse per l’eloquenza e la combattività, battendosi con fermezza per la libertà di stampa, il suffragio universale e l’istruzione gratuita e obbligatoria e contro la pena di morte. Robespierre fece parte dal 1789, del club Bretone, diventato, in seguito allo spostamento del re e dell’Assemblea da Versailles a Parigi (6 ottore 1789), Club dei Giacobini. Nell’aprile del 1790 gli venne data la presidenza del Partito Giacobino, che egli spostò su posizioni rivoluzionarie (oggi si direbbe di estrema sinistra). Inoltre, in questa veste, egli chiese a gran voce l’abolizione della monarchia e l’approvazione di alcune riforme che abrogavano i privilegi della nobiltà e del clero. Si guadagnò così il favore delle correnti più estremiste che in quel momento realizzavano la Rivoluzione Francese. A comprova dell’insondabilità del personaggio Robespierre – colui che sarebbe stato in seguito il principale personaggio del cosiddetto periodo del Terrore – solo tre anni prima all’Assemblea Costituente intervenne contro la pena di morte con un appassionato discorso.

 

Contrario all’esportazione frettolosa della Rivoluzione negli altri paesi (“si farà, ma con calma”, disse lui stesso in un circolo politico), si oppose con fermezza alla guerra che il Partito Girondino dichiarò (tra l’altro con risultati militari ottimi) all’Austria. Iniziò così la sua grande rivalità con i girondini, che erano nati proprio da una scissione a destra del Partito Giacobino. Preoccupato dagli eventi bellici, dai tentativi contro-rivoluzionari e deciso a dare un colpo mortale alla monarchia e all’antico regime, egli decise di sostenere la politica del cosiddetto “Terrore”. Il Terrore mirava ad eliminare fisicamente tutti i possibili rivali della Rivoluzione Francese. Il numero delle vittime causate dal periodo del Terrore (che peraltro durò un solo anno) è tuttavia difficilmente quantificabile, ma pare che sia intorno ai 70.000 uomini, prevalentemente appartenenti alla media borghesia. Altri storici parlano con le approssimazioni del caso di circa 35 000 esecuzioni, delle quali ben 12 000 senza processo e ricordano la metodica cancellazione di ogni forma di dissenso anche mediante l’incarcerazione di circa 100 000 persone (ma alcuni studiosi arrivano addirittura a 300 000) soltanto perché sospettate di attività controrivoluzionaria. Furono ghigliottinati, tra gli altri, Georges Danton e Jacques-René Hébert, popolari capi rivoluzionari e Olympe de Gouges che si batteva attivamente per i diritti delle donne, da sempre negati da Robespierre. Contrario a ogni affievolimento e a ogni tentativo moderato Robespierre, temendo la perdita di un controllo morale, proclamò religione dello stato il culto laico dell’Essere Supremo basato sulle teorie di Rousseau. Dal punto di vista filosofico, il culto dell’Essere Supremo derivano dal sincretismo degli ideali razionalisti degli illuministi, del deismo di Voltaire e soprattutto delle idee di Rousseau, a cui s’ispirava Robespierre. Essi volevano rappresentare una simbolica adorazione degli ideali di libertà (d’espressione, di pensiero, ecc.) e di uguaglianza nati con l’Illuminismo. Una nuova Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino fu emanata nel 1793, dopo quella del 1789. Dal punto di vista politico, questi culti erano emanazione del giacobinismo radicale, soprattutto nel caso del culto dell’Essere Supremo. Il suo estremismo gli attirò così le antipatie di vaste fasce della popolazione francese. Venuto meno il pericolo di un’invasione straniera (nel giugno 1794, l’esercito francese sconfisse definitivamente gli austro-prussiani), buona parte dei francesi cominciò a percepire Robespierre non più come una guida, ma come un pazzo sanguinario, soprattutto perché il crescente clima di delazione e terrore da lui voluto fece sentire ognuno possibile bersaglio e futura vittima della ghigliottina. Il 26 luglio 1794, Robespierre al cospetto della convenzione nazionale, proferì oscure minacce nei confronti di deputati accusati di essere anti-rivoluzionari. Fu duramente contestato: gli fu rimproverato di avere assassinato Danton. Stessa sorte toccò il giorno successivo al suo sodale Saint-Just. Alle cinque del pomeriggio del 27 luglio, Robespierre, Couthon e Saint-Just, con due altri giovani deputati, Augustin Robespierre (fratello di Maximilien) e Philippe-François-Joseph Le Bas, gli unici rimasti nella convenzione a sostenere Robespierre, furono arrestati. Il giorno successivo, stroncato un tentativo di liberazione organizzato da sostenitori di Robespierre, Rosbespierre e altre venti persone vennero ghigliottinate. Con la morte di Robespierre finisce il periodo del Terrore. Iniziò così il governo dei Termidoriani e il potere passò alla borghesia moderata.
Robespierre è una figura storica molto controversa, ma che comunque ha affascinato gli storici di tutto il mondo. Albert Soboul, ad esempio, ha sottolineato la bontà delle sue riforme a favore delle classi svantaggiate, ma ha anche ricordato la sua folle intransigenza durante il periodo del Terrore. Altri storici puntano il dito contro l’entourage di Robespierre del quale egli sarebbe stato sostanzialmente ostaggio nel periodo del terrore. L’Enciclopedia Britannica dipinge Robespierre come fanatico e incorruttibile. Secondo alcune moderne teorie storiografie la figura di Robespierre influenzò addirittura il sanguinario dittatore comunista cinese Mao Zedong, che in effetti lesse da giovane tutte le sue opere. Inoltre, il motto di Robespierre “imporre la virtù, anche con la forza” è diventato un caposaldo del maoismo.

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