Accadde oggi: il 14 aprile 2004 l’assassinio in Iraq del bodyguard italiano Fabrizio Quattrocchi
Accadde oggi: era il 14 aprile del 2004, 16 anni fa, quando in Iraq fu assassinato Fabrizio Quattrocchi. Bodyguard, medaglia d’oro, di origine siciliana assunto da una società di sicurezza italiana che forniva i suoi servizi ai civili americani che avevano seguito le truppe statunitensi nell’invasione dell’Iraq, fece molto scalpore in Italia, soprattutto per la frase che il povero Quattrocchi pronunciò un attimo prima di morire e così raccontata dal giornalista Pino Scaccia in un servizio per il TG1: “Fabrizio Quattrocchi è inginocchiato, le mani legate, incappucciato. Dice con voce ferma: “Posso toglierla?” riferito alla kefiah. Qualcuno gli risponde “no”. E allora egli tenta di togliersi la benda e pronuncia: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”. Passano secondi e gli sparano da dietro con la pistola. Tre colpi. Due vanno a segno, nella schiena. Quattrocchi cade testa in giù. Lo rigirano, gli tolgono la kefiah, mostrano il volto alla telecamera, poi lo buttano dentro una fossa già preparata. “È nemico di Dio, è nemico di Allah”, conclusero in coro i sequestratori. Fabrizio Quattrocchi era semplicemente un giovane costretto a trovare lavoro fuori dal suo paese, in una zona di guerra e che nonostante tutto nutriva un orgoglioso sentimento di appartenenza alle sue origini e al proprio Paese. Originario di Catania, Quattrocchi viveva da tempo a Genova. Una volta congedatosi dall’Esercito, aveva fatto il panettiere nel forno del padre, attività ceduta nel 2000. Il cambio radicale della sua vita avvenne nel 2001 quando, già sottufficiale di Fanteria, riservista, con un brevetto di parà e profondo conoscitore delle arti marziali, decise di diventare una guardia del corpo. Iniziò così a collaborare con agenzie di security di Genova nei locali notturni come addetto alla sicurezza e poi come body guard. Dopo pochi mesi trovò lavoro come addetto alla sicurezza presso una ditta di investigazioni e servizi di sicurezza alla quale si rivolse un’azienda statunitense per un incarico in Iraq. I resti di Fabrizio Quattrocchi furono fatti poi ritrovare nei mesi successivi in seguito a una mediazione condotta anche tramite la Croce Rossa. Nel 2006 gli è stata conferita ala medaglia d’oro al valor civile alla memoria.