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A Palazzo Madama nasce il gruppo Maie-Italia 23 a sostegno di Conte Attualità Politica 

A Palazzo Madama nasce il gruppo Maie-Italia 23 a sostegno di Conte

Continua in vista del voto di lunedì e martedì in Parlamento la caccia ai cosiddetti responsabili in grado di sostenere il governo. Se l’operazione ‘scouting’ dovesse aver successo, il governo al Senato potrebbe anche sopravvivere, ma solo con uno scarto di pochi voti di maggioranza e soprattutto grazie ai molti astenuti, tra loro molti di Italia Viva.  E’ quanto trapela da fonti del centrodestra. E comunque Conte sarebbe ben lontano dalla quota di sicurezza dei 161 voti a Palazzo Madama. Se martedì questo scenario dovesse confermarsi, il centrodestra è convinto che un governo in piedi solo grazie alle astensioni potrebbe non essere molto gradito dal Capo dello stato che da giorni chiede una maggioranza stabile e solida per affrontare con vigore le difficili sfide dei prossimi mesi.

E’ nato oggi al Senato il gruppo MAIE-Italia23, “per costruire uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte”. Lo spiega Ricardo Merlo, presidente MAIE e Sottosegretario agli Esteri, annunciando che così il gruppo MAIE a palazzo Madama cambia denominazione: “Non cerchiamo responsabili – ha precisato Merlo – ma costruttori, a cui l’unica cosa che offriamo è una prospettiva politica per il futuro, per poter costruire un percorso di rinascita e resilienza, nell’interesse dell’Italia, soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo”.

Al Senato non sappiamo ancora se ci saranno 161 voti a favore. Nel caso, la democrazia parlamentare avrà prodotto la terza diversa maggioranza in tre anni con lo stesso Premier. Vedremo se, come dicono, arriva a Quota 161. Noi abbiamo posto dei problemi di merito, non possiamo adesso far finta di niente”. Lo scrive Matteo Renzi, leader di Iv, nella Enews. “Volete andare insieme a Salvini? No. Non siamo noi quelli che hanno governato con lui. Italia Viva è nata per togliere i pieni poteri a Salvini. Ma i pieni poteri noi non vogliamo darli a nessuno”. “Abbiamo chiesto al governo un salto di qualità sui contenuti. Il premier ci ha risposto sfidandoci in Aula sui responsabili. Gli abbiamo chiesto di cambiare politica, lui ha scelto di cambiare maggioranza”. Lo scrive Matteo Renzi, leader di Iv, nella sua newsletter Enews. “Ma volevate davvero le poltrone? Falso. Tanto è vero che ci siamo dimessi. Se avessimo voluto le poltrone avremmo trovato facilmente un accordo. Noi le poltrone le lasciamo non le chiediamo. La politica è servizio: sono così orgoglioso della nostra diversità rispetto agli altri”, aggiunge. “Vogliamo un governo più forte, più soldi alla sanità, maggiore centralità della scuola, sblocco dei cantieri per dare lavoro e non sussidi, una giustizia garantista, più trasparenza negli acquisti dell’emergenza, assegnazione della delega ai servizi segreti. Su questi temi il premier non ha dato risposte, ma ha scelto di farsi sostenere da un’altra maggioranza. E noi abbiamo rinunciato ai nostri posti”, aggiunge. “È vero, mi attaccano, ci insultano, ci minacciano. Penso che si debba fare un salto di qualità. Se il governo non vuole, io preferisco essere insultato ma separare le mie responsabilità da quelle di chi dice che va tutto bene. Ci daranno ragione come già accaduto sul rapporto Stato-Regioni, sul bicameralismo, sulla decontribuzione del Jobs Act, su Industria 4.0, sui diritti. Lì per lì ti accusano di fare battaglie personali. Poi, dopo anni, si scopre che avevi ragione’.

Secondo me Conte non ha ancora i numeri, altrimenti non avrebbe preso un week end di riflessione ma sarebbe andato oggi in parlamento”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini che annuncia un vertice di centrodestra domani ma a Milano.

Andrea Orlando del Pd precisa: “La prova del nove si realizzerà con il passaggio alle Camere, noi abbiamo segnali di attenzione da molti parlamentari e vediamo se questo consente di mantenere la maggioranza al governo. Vediamo, c’è sempre un poco di tattica psicologica”. Lo dice il vicesegretario del Pd Andrea Orlando a Sky Start su Sky tg24 parlando del rafforzamento al Senato per sostenere il governo. Ma si parla anche di un ‘partito del premier’ e lo stesso Conte ci starebbe pensando. “Conte farà quello che crede, quando ci siamo schierati con Conte è perché non serve una crisi al buio e perché le critiche sono pretestuose” precisa Orlando.

BELLANOVA – “Conte ha derubricato tutto, non ha voluto chiudere un accordo di programma ed è andato avanti con mance e mancette. Alla fine è stata scelta la strada di dare mancette: 2 miliardi dati a emendamenti dell’opposizione senza alcun criterio programmatorio. Stiamo sprecando miliardi di questo Paese senza dare il minimo sbocco di prospettiva”. Lo ha detto l’ex ministro delle Politiche agricole e senatrice di Italia Viva, Teresa Bellanova, in un’intervista a InBlu2000, la radio nazionale della Conferenza episcopale italiana. “In questi mesi – ha aggiunto la Bellanova – c’è stata un’arroganza che ha appesantito molto il clima. E nonostante questo ci siamo fatti carico dei problemi del Paese. Abbiamo mandato un messaggio dicendo ‘chiudiamo questa crisi’. Perché la crisi di governo era sotto gli occhi di tutti. Tanto è vero che Zingaretti e Crimi si erano seduti a un tavolo con Renzi e Conte per stilare un programma”. “L’umore oggi – ha sottolineato Bellanova – è di colei che ha dato il massimo e che adesso è amareggiata ma è a posto con la propria coscienza. Resto convinta di ciò che abbiamo fatto perché non abbiamo posto problemi personali o questioni di potere”.

LA CEI – “Sono ore d’incertezza per il nostro Paese. In questo momento guardiamo con fiducia al Presidente della Repubblica che con saggezza saprà indicare la strada meno impervia. Trovo un forte stimolo nelle parole pronunciate proprio dal Presidente Mattarella nel messaggio di fine anno: ‘Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori’. Aggiungo: questo è anche tempo di speranza! Ci attendono mesi difficili in cui ricostruire le nostre comunità”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, secondo quanto scrive il Sir.

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