Brescia Calcio, crediti di imposta inesistenti: blitz della Guardia di Finanza con 25 indagati
Il caso dei crediti di imposta inesistenti, che sono costati al Brescia Calcio la retrocessione in Serie C (dopo una penalizzazione di 4 punti, che ora è divenuta ufficiale dopo il mancato ricorso in appello nella giornata di ieri), deflagra e diventa un’indagine che, partita dalla città, ha coinvolto numerose altre città italiane.
I Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, con la collaborazione dei reparti territorialmente competenti, hanno eseguito – come riporta il sito web corriere.it – nelle province di Brescia, Milano, Arezzo, Massa Carrara, Roma, Napoli, Benevento, Avellino, Caserta, Potenza e Taranto, provvedimenti di perquisizione personale e locale, emessi da questa Procura distrettuale, nei confronti di 25 soggetti (11 persone fisiche e 14 persone giuridiche: nell’elenco c’è anche Massimo Cellino, presidente del Brescia, oltre al commercialista di fiducia del club, Marco Gamba), a diverso titolo coinvolti nella commercializzazione di crediti inesistenti e alle conseguenti condotte riciclatorie. L’indagine delle Fiamme Gialle avrebbe permesso di disvelare l’esistenza di un articolato schema fraudolento atto a consentire a diverse figure imprenditoriali di beneficiare indebitamente di crediti IVA inesistenti.
In particolare gli indagati, avvalendosi di società fiscalmente inadempienti, prive di sedi operative e rappresentate da soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia in materia di reati fiscali, avrebbero generato crediti fiscali fittizi per un importo quantificato, allo Stato, in oltre quattro milioni di euro. Tali crediti sarebbero stati successivamente ceduti, tramite una ulteriore società “veicolo” a diverse persone giuridiche, tra le quali il Brescia Calcio S.p.A., al fine di consentire un abbattimento del carico fiscale e contributivo.
All’esito dei riscontri investigativi, la citata società “veicolo”, con sede dichiarata a Milano (si tratta del Gruppo Alfieri, come noto da 20 giorni), sarebbe risultata priva delle necessarie autorizzazioni per l’esercizio della specifica attività finanziaria nonché sprovvista di un’effettiva e idonea struttura imprenditoriale. In tale contesto, sarebbe altresì emerso il coinvolgimento di uno studio di professionisti operanti prevalentemente nel territorio bresciano. Nel corso delle attività di perquisizione, infine, è stata sottoposta a sequestro anche la documentazione necessaria per verificare la responsabilità amministrativa delle società coinvolte.