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Tariffe sulla riabilitazione, il comitato Giustizia Contrattuale: tolti 7 milioni l’anno a chi rispetta i lavoratori Attualità 

Tariffe sulla riabilitazione, il comitato Giustizia Contrattuale: tolti 7 milioni l’anno a chi rispetta i lavoratori

La regione Campania nei giorni scorsi ha pubblicato la delibera che aumenta le tariffe ai centri di riabilitazione. Una buona notizia? “No, un disastro annunciato, un regalo di Natale al dumping contrattuale” è la risposta del Comitato Giustizia contrattuale, che riunisce i centri che applicano il contratto AIOP sanità privata, quello di riferimento del settore. La vicenda ha riempito le pagine di giornale dei mesi scorsi. In estrema sintesi: metà dei centri di riabilitazione applicano il contratto AIOP, che riconosce ai lavoratori condizioni nettamente migliori, metà invece applica altri nove contratti che prevedono stipendi nettamente inferiori (fino al 46%), meno ferie, più ore di lavoro. molti, tra cui i sindacati, li chiamano contratti pirata. Il problema è che però anche chi risparmia sul costo del lavoro prende dalla Regione le stesse tariffe. Cosa cambia con la nuova delibera della Regione? “Semplice – risponde il Comitato Giustizia Contrattuale – che ai centri che applicano il contratto più favorevole ai lavoratori vengono tolti sette milioni per darli in omaggio ai centri che applicano i contratti peggiori”. Sembra impossibile ma è così. Perché? Proviamo a capirlo. L’aumento delle tariffe, spiega la delibera, è dovuto all’aumento dei costi per il rinnovo dei contratti di lavoro. “Ma l’aumento dei costi – spiegano al Comitato – c’è stato solo per chi applica il contratto AIOP. Ed è stato del 10%. La Regione ha riconosciuto a tutti indistintamente un aumento del 5%. Per cui i centri che applicano il contratto AIOP si sono visti dimezzare l’aggiornamento rispetto all’aumento del costo del lavoro, mentre chi non ha avuto costi aggiuntivi, e già prima risparmiava sui lavoratori, si trova un bel 5% in più sotto l’albero di Natale. Un regalo al dumping contrattuale che fa male a tutti”. Questo il criterio di calcolo adottato dalla Regione per l’aumento tariffario: è stata fatta la media tra l’aumento contrattuale AIOP (10%), quello dell’ANFFAS (5%) e quello dell’AIAS (0%). Il risultato è, appunto, 5%. Per tutti. E ora cosa accadrà? “Si è aggravata – è la risposta – una situazione insopportabile di concorrenza sleale. La conseguenza obbligata è che chi applica il contratto AIOP sarà costretto a disdirlo e scegliere contratti meno onerosi, ovviamente a scapito dei lavoratori e della qualità delle prestazioni. Crediamo che il contratto che sarà scelto sarà quello che già va per la maggiore, ovvero il contratto dei preti l’ARIS (Associazione Religiosa Istituti Socio sanitari), che paga il personale il 34,04% in meno con un salario orario minimo di 7,03 euro lordi anziché 9,40 dell’AIOP. Ci rimetteranno i lavoratori, ma forse non l’hanno capito. Su 10.000 lavoratori nella riabilitazione in Campania solo 1.800 hanno firmato una petizione contro i contratti pirata”. Anche se fa impressione pensare a un salario orario di 7 euro proprio mentre il Consiglio UE ha dato il via all’iter negoziale per il salario minimo, che il DDL italiano del 2020 fissa a 9 euro l’ora. Purtroppo tutto questo non è solo una minaccia. Le aziende che applicano il contratto AIOP, e che aderiscono al Comitato, si sono riunite e hanno deciso una linea comune su quattro punti: assunzioni da gennaio con contratti diversi dall’ AIOP (in prevalenza quello dell’ARIS); ricorso al TAR contro la delibera regionale; segnalazione alla Corte dei Conti; in caso di non sospensiva della delibera da parte del TAR disdetta per tutti gli assunti del contratto AIOP a favore di altri contratti, a partire da quello dell’ARIS. Amaro il commento di uno degli aderenti al Comitato. “Il rinnovo delle tariffe era l’occasione per sconfiggere il dumping contrattuale, invece è diventato il suo trionfo”.

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