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Sciopero a Salerno, al “Virtuoso” sospesi 700 studenti Cronaca Primo piano 

Sciopero a Salerno, al “Virtuoso” sospesi 700 studenti

Tutti sospesi con obbligo di frequenza gli studenti dell’Istituto “Virtuoso” di Salerno che venerdì non sono entrati a scuola in occasione dello sciopero nazionale indetto dall’Uds che a Salerno ha coinvolto almeno 3 mila giovani. «Sono tutte assenze ingiustificate », spiega il dirigente scolastico Giafranco Casaburi che ha firmato il provvedimento che coinvolge circa 700 allievi dell’Alberghiero. «La mia è stata una scelta legata al codice disciplinare e ho esercitato la mia affettuosa tutela soprattutto rispetto agli studenti minorenni. Intere prime, ragazzi di 13 e 14 anni, appena usciti dalle medie, non sono entrati. Per me è un filone di massa e sono le famiglie a dover giustificare i figli». Per il preside «la scuola ha la responsabilità dei ragazzi, quindi per un discorso di disciplina è stata presa questa decisione, saranno adesso i genitori dei ragazzi minorenni a prendersi personalmente la responsabilità di motivare l’assenza, per un legittimo diritto a manifestare o anche perché era giusto che stessero a casa. Né possono dire – continua Casaburi – che quel giorno a scuola non si entrava, perché non è così. Le famiglie sanno che in quelle ore i ragazzi sono a scuola, se sono assenti senza una ragione, il mio dovere è punirli e chiedere un confronto, poi sono i genitori ad avere l’ultima parola. Se saranno giustificati, la sospensione verrà revocata ». I maggiorenni, invece, spiegheranno da soli il motivo dell’assenza e se effettivamente sono stati alla manifestazione, cosa che il dirigente scolastico non crede affatto. «Con i ragazzi abbiamo un rapporto diretto e hanno sempre comunicato. Questa volta, invece – chiarisce – avevano fatto un’assemblea 3 giorni prima e non hanno fatto sapere nulla». Proteste accese e solidarietà agli allievi del Virtuoso sono arrivata dal Collettivo studenti ribelli. «Consideriamo questo atto squadrista, anticostituzionale e profondamente diseducativo che, nei fatti – scrivono i militanti del Collettivo – mette in discussione uno dei fondamenti della nostra democrazia: il diritto al dissenso e alla libera manifestazione. Ci preoccupano e ci riportano al passato, quello degli anni ’20 del ’900. Crediamo che i dirigenti scolastici, piuttosto che dei manager, dovrebbero essere, con il corpo docente, degli educatori capaci di indirizzare la costruzione di un pensiero critico nei ragazzi». Evidentemente, «il nostro dirigente/manager è favorevole ai tagli all’istruzione pubblica praticati e decisi dai precedenti e da questo governo. È evidente che è schierato dalla parte di chi la scuola pubblica la sta distruggendo depotenziandola e favorendo solo la scuola privata».

 

 

fonte La Città

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