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Vincitori di concorso, docenti depennati e licenziati dalla scuola Cronaca 

Vincitori di concorso, docenti depennati e licenziati dalla scuola

La scuola pubblica, alla ripresa del nuovo anno scolastico, taglierà dal proprio organico 300 insegnanti vincitori di concorso nel 2016. Saranno depennati dalle graduatorie di merito e licenziati, tra questi 166 campani e molti salernitani. Purtroppo, una sentenza del Consiglio di Stato emanata a novembre dello scorso anno, non passata in giudicato, ha stabilito la cancellazione di questi docenti dalle graduatorie, con ricadute drammatiche per molte famiglie e la perdita del posto di lavoro. Sulla vicenda dovrà pronunciarsi la Cassazione, dopo che i prof hanno impugnato il provvedimento, per alcuni profili di nullità. Nell’attesa, gli insegnanti non potranno tornare tra i banchi, nonostante l’immissione in ruolo avvenuta nel mese di agosto del 2019. Una situazione assurda e paradossale, anche perché con i prossimi pensionamenti, ci saranno migliaia di cattedre vuote. In sintesi, la scuola ha bisogno di professori, ma li licenzia. Il tutto nasce da un concorso aperto per soli docenti abilitati nel lontano 2016, tagliando dalla partecipazione migliaia di laureati privi del titolo abilitativo. Questi ultimi, non potendo più abilitarsi, per la mancanza di corsi e non più in vigore, si sono rivolti alla giustizia amministrativa, chiedendo di essere ammessi al concorso. Così partecipano alla prova circa 10mila ricorrenti e 1000 di questi superano anche il concorso, vincendolo. La giustizia amministrativa ammette in via precauzionale gli insegnanti al concorso, anche perché, il ministero, dal 2017 ha eliminato i corsi abilitanti, rafforzando così la tesi dei ricorrenti. La prova per questi futuri docenti si svolge nel 2017 ed i vincitori vengono immessi in ruolo nel 2019, inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito: tra questi saranno 300 ad iniziare l’insegnamento. Un capitolo a questo punto chiuso e che avrebbe visto anche gli altri approdare alla fatidica cattedra. Ma l’imponderabile é dietro l’angolo, il Miur, ad aprile del 2019, impugna la sentenza del Tar del Lazio che aveva detto sì alla prova concorsuale, sospendendola. Interviene successivamente il Consiglio di Stato che il 20 giugno del 2019, prima non sospende, ma a novembre esprime un parere negativo. Tradotto, i docenti entrati per concorso, dovranno andare a casa. Quindi, in attesa dell’intervento della Cassazione, a settembre gli insegnanti non potranno presentarsi a scuola, perché licenziati. “Abbiamo vinto un concorso” è stato il lapidario commento da parte del comitato- scrive Rtalive- che raccoglie i vincitori del 2016. Ma non è finita qui. Dopo essere stati immessi in ruolo, per questioni di incompatibilità, tutti hanno dovuto rinunciare al proprio lavoro. Oltre il danno la beffa. Dunque, un duplice problema che, al tempo del Coronavirus, mette in una situazione di disagio diverse famiglie, poiché senza più nessuna entrata economica sicura. Solo alcuni parlamentari si sono interessati alla vicenda, oltre una audizione dei prof alla VII commissione del senato in videoconferenza, ma nessuna foglia si è mossa. Gli insegnanti meritevoli, ad oggi, hanno perso il lavoro, questo l’unico dato che la burocrazia ha prodotto. Si spera in una sanatoria, per chiudere un circolo vizioso che continua a fare danni. (foto dal web, archivio)

LA PRECISAZIONE

In merito all’articolo riportato “Il Ministero taglia i prof: licenziati anche docenti salernitani vincitori di concorso” vorrei fare chiarezza in merito. I docenti licenziati parteciparono “con riserva” al concorso indetto dal MIUR nel 2016, grazie ad una “sentenza cautelare” , poiché non avevano il requisito dell’abilitazione all’insegnamento.

Come per tutti i ricorsi amministrativi con un iter abbastanza lungo, si è avuta una sentenza “definitiva” dal Consiglio di Stato nel febbraio scorso con sentenza n. 07789/2019 con la quale il CdS ha stabilito che il requisito dell’abilitazione all’insegnamento era fondamentale per la partecipazione al concorso 2016 e 2018. Inoltre è da chiarire che i posti liberati da tali licenziamenti saranno recuperati con l’immissione in ruolo 2020. Tali posti saranno assegnati a docenti vincitori a pieno titolo del concorso 2016 e 2018. “Posti che erano stati occupati da persone che non avevano diritto”.

L’organico, come da news facilmente reperibile in rete, per l’a.s. 2020/2021 resta invariato, Dunque nessun taglio.

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