VIDEOPOKER: QUASI UNA PIAGA BIBLICA!
Prendiamo spunto, con L’avvocato Simone Labonia, da una notizia di cronaca che ha visto confermate le condanne nei confronti di gestori legati alla malavita, per approfondire il problema.
La gestione dei videopoker rappresenta un fenomeno in continua espansione che solleva numerose problematiche legate al gioco compulsivo e alle attività criminali che spesso ne derivano. Questi apparecchi da intrattenimento, in origine pensati per offrire svago, si sono evoluti fino a diventare vere e proprie attrazioni capaci di generare forme di dipendenza patologica, con pesanti conseguenze economiche, sociali e psicologiche per gli utenti. Oltre alla dipendenza, la gestione dei videopoker è spesso collegata a reati quali il riciclaggio di denaro, l’usura e altre forme di criminalità organizzata.
In Italia, il fenomeno ha raggiunto dimensioni preoccupanti, con decine di migliaia di videopoker disseminati nei bar, nelle sale giochi e in altri locali pubblici. Questi dispositivi generano guadagni enormi per gli operatori e spesso attraggono anche le attenzioni della criminalità organizzata, che ne sfrutta la gestione per riciclare denaro e finanziare attività illecite. Non a caso, negli ultimi anni sono stati smantellati numerosi gruppi che utilizzavano i videopoker come strumenti di riciclaggio, alterando i software per nascondere gli introiti reali e bypassare i controlli statali.
Sul piano sociale, il videopoker alimenta il fenomeno del gioco d’azzardo patologico, una forma di dipendenza riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha effetti devastanti sui giocatori e sulle loro famiglie. La compulsività legata al gioco è spesso motivata dalla speranza di una vincita che possa risolvere difficoltà economiche, mentre il meccanismo di rinforzo intermittente dei videopoker, progettato per incentivare il gioco continuativo, peggiora la situazione. La dipendenza genera inoltre un ciclo vizioso: l’utente investe sempre più denaro nella speranza di recuperare le perdite, aggravando ulteriormente il problema.
Per contrastare il fenomeno, sia l’Italia che l’Unione Europea hanno varato misure mirate a regolamentare il settore e a prevenire le attività criminali. A livello nazionale, il Governo italiano ha introdotto norme più severe per la concessione delle licenze e dei permessi necessari per installare e gestire i videopoker. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) si occupa di monitorare e regolamentare l’intero comparto, imponendo il rispetto di regole stringenti, soprattutto in materia di tracciabilità dei flussi di denaro e di controllo dei software utilizzati nelle macchine.
L’Unione Europea, dal canto suo, ha promosso normative e direttive mirate a limitare il riciclaggio di denaro attraverso i giochi d’azzardo, imponendo agli stati membri l’obbligo di adottare adeguate misure preventive. La Direttiva antiriciclaggio (AMLD), ad esempio, prevede obblighi di verifica dei flussi finanziari e richiede l’adozione di sistemi di monitoraggio per identificare transazioni sospette e prevenire l’utilizzo di videopoker come strumenti di finanziamento per attività illecite.