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Tuffi a Furore: l’americano Lobue vince il 32esimo Marmeeting Turismo ed Eventi 

Tuffi a Furore: l’americano Lobue vince il 32esimo Marmeeting

Il tuffatore statunitense Steven Lobue ha vinto la 32 esima edizione del Marmeeting, la gara di tuffi dalle grandi altezze nello scenario del Fiordo di Furore, nel cuore della Costiera Amalfitana. Lobue ha totalizzato 319,10 punti al termine dei tre tuffi previsti, precedendo il ceco Michal Navratil (310 punti) e il britannico Gary Hunt (294,60), in passato plurivincitore della Mediterranean Cup. «È stata la mia settima partecipazione al Marmeeting, non ero mai andato oltre il terzo posto e sono concento di aver finalmente centrato la vittoria – ha commentato Lobue al termine della gara -. Oggi le condizioni meteo hanno reso la competizione più complessa, con onde abbastanza alte. Ma il bello del nostro sport è anche questo, doversi adattare a tutte le difficoltà». Allenatore di tuffi a Fort Lauderdale (Florida), nel 2017 Lobue ha vinto la High Diving World Championships FINA ed è stato finalista nel 2004 alle selezioni Olimpiche USA.

Marmeeting, organizzato dal team di lavoro capeggiato da Oreste Varese, che per primo portò un evento di tuffi dalle grandi altezze in Italia, ha assegnato una wild card per la finale mondiale della Red Bull Cliff Diving World Series 2018, in programma a Polignano a Mare il prossimo 23 settembre. La wild card è andata al rumeno Constantin Popovici, quarto in classifica al Marmeeting e primo tra gli atleti che non erano ancora qualificati per la tappa di Polignano.

Tra i protagonisti del Marmeeting, che è stato trasmesso in diretta integrale da Rai Sport, anche l’italiano Alessandro De Rose, settimo in classifica. «È stata una buona gara – ha detto l’azzurro – peccato per il primo tuffo che mi ha fatto perdere qualche punto, dovevo farlo un po’ meglio. Comunque ho recuperato molte posizioni nei due tuffi successivi e non era facile, le condizioni meteo erano difficili». Assenti per infortunio, invece, il colombiano Duque e lo statunitense Colturi. La giuria è stata presieduta dall’australiano Kenneth Grove Buttres. Fonte: Il Mattino

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