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Tokyo 2020 verso il rinvio: “Non è in programma la cancellazione” Altri sport Italia e Mondo Sport 

Tokyo 2020 verso il rinvio: “Non è in programma la cancellazione”

I Giochi di Tokyo 2020, come riporta il sito di Repubblica, vanno verso il rinvio, non si potranno svolgere dal 24 luglio al 9 agosto come previsto: non per niente il presidente Thomas Bach ha preso una decisione importante e ha convocato per stasera, domenica, una riunione straordinaria dell’esecutivo del Cio. Il massimo organismo mondiale dello sport ha deciso di prendersi un mese di tempo, ha garantito che i Giochi non saranno assolutamente cancellati ma nello stesso tempo, per la prima volta, prende in considerazione di rinviare le Olimpiadi sempre quest’anno, ad agosto nel periodo previsto in un primo tempo per i Paralimpici (quindi dal 25 agosto al sei settembre) oppure dal 9 al 25 ottobre, come i Giochi di Tokyo del 1964. Secondo fonti spagnole una data possibile sarebbe anche quella di novembre. Non ci sarebbero problemi per gli sport principali come nuoto e atletica (il calcio è abbastanza marginale), e il clima in Giappone sarebbe migliore di quello di luglio e agosto. La soluzione migliore. Martedì la prima verifica del Cio con l’Asoif, l’associazione delle federazioni olimpiche estive, presieduta da Francesco Ricci Bitti. Si cercherà la data che non crei problemi eccessivi ai campionati. Ricci Bitti comunque era a favore del rinvio vista la situazione che si sta verificando in tutto il mondo con gli atleti impossibilità, al momento, ad allenarsi. “Le vite umane hanno precedenza su tutto, inclusi i Giochi”: le parole di Bach nella lettera inviata agli atleti al termine dell’esecutivo straordinario. Il numero uno del Cio ha sottolineato che salvaguardare la salute di tutti i soggetti coinvolti e contribuire a contenere il virus è il principio fondamentale. “Le vite umane hanno la precedenza su tutto, inclusa la messa in scena dei Giochi. Il Cio vuole far parte della soluzione. Pertanto abbiamo reso il nostro principio guida per salvaguardare la salute di tutti i soggetti coinvolti e per contribuire a contenere il virus”. “Vorrei – scrive Bach – e tutti stiamo lavorando per questo, che la speranza espressa da così tanti atleti, comitati olimpici e federazioni di tutti e cinque i continenti sia soddisfatta. Spero che alla fine di questo tunnel che stiamo attraversando, senza sapere per quanto tempo, la fiamma olimpica sia la luce”. Retorica ma buon senso. C’è la passione dei campioni, i sacrifici di tanti anni ma ci sono anche gli interessi di chi non vuole che i Giochi di Tokyo 2020 siano cancellati e farà di tutto perché non succeda. Ovviamente ci sono gli organizzatori giapponesi, che hanno già investito decine di miliardi, e il Cio che però avrebbe dei danni molto minori di alcune Federazioni internazionali olimpiche (estive ovviamente) che rischierebbero di portare i libri in tribunale. Perché 18 di queste 28 Federazioni vivono solo coi contributi del Cio (mezzo miliardo all’anno), visto che i mezzi propri non li terrebbero di sicuro in piedi. Quelle che sono più solide, e ce la farebbe lo stesso anche senza Giochi, sono atletica, nuoto, calcio, pallavolo, basket, ginnastica, tennis, ciclismo. Hanno una sufficiente autonomia per salvarsi. Ma le altre rischierebbero il flop, una grosso crisi, e a cascate le avrebbero danni ingenti anche le Federazioni nazionali. Ma ci sono anche moltissimi Comitati olimpici che avrebbero seri problemi con la cancellazione dei Giochi. Il Coni no, perché vive grazie ai contributi dello Stato. Ma molti national olympic committees sarebbero in crisi profonda. Fra questi, quello degli Stati Uniti: sì, Trump non tira fuori un dollaro per lo sport di vertice, mentre il Cio contribuisce, con revenue sharing, con il 20 per cento dei contributi degli sponsor e il 12 per cento dei diritti tv. Insomma, una condivisione di introiti massiccia che consente allo sport Usa di primeggiare sempre alle Olimpiadi. Poi, altri comitati olimpici attingono al mezzo miliardo della solidarietà. Insomma, ecco perché dai comitati olimpici europei c’è stato l’appoggio all’unanimità alla linea “attendista” di Bach e anche lo spagnolo Blanco, che non prende un euro dal suo governo, prima ha fatto irritare il presidente del Cio parlando di piano B poi alla fine si è allineato anche lui con gli altri. Insomma, ci sono tantissimi interessi, in molti non hanno interesse a fare pressioni a Bach e hanno interesse che i Giochi si facciano, in una data più sicura. “Non è il ruolo dell’Oms di annullare o non annullare alcun tipo di eventi”, lo ha detto il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tarik Jasarevic, oggi a Ginevra, con riferimento alle sempre crescenti domande sul destino delle Olimpiadi di Tokyo. “Qualsiasi decisione di cambiare un incontro internazionale pianificato dovrebbe basarsi su un’attenta valutazione dei rischi e su come possono essere gestiti e sul livello di pianificazione degli eventi”, ha aggiunto Jasarevic, sottolineando che spetta ai governi e alle organizzazioni prendere decisioni. E la cancellazione dei Giochi non farebbe piangere solo i giapponesi… Meglio rinviarli di qualche mese e tenerli sempre quest’anno.

mm

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