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Terzo mandato, Forza Italia chiude gli spiragli. La Lega infuriata Attualità Primo piano 

Terzo mandato, Forza Italia chiude gli spiragli. La Lega infuriata

“La trattativa sul terzo mandato per i presidenti di Regione rischia di naufragare prima ancora di decollare, facendo emergere con chiarezza le tensioni interne al centrodestra. A chiudere ogni spiraglio è Forza Italia, che attraverso il presidente dei deputati Paolo Barelli mette nero su bianco la fine del dialogo:

“Il terzo mandato non fa parte del programma di governo e, secondo i sondaggi, non è condiviso dalla maggioranza degli italiani. Forza Italia ha sempre favorito il confronto costruttivo, ma su questo tema per noi la discussione è chiusa”.

Una posizione che ha subito scatenato la reazione della Lega, con il responsabile enti locali Stefano Locatelli che attacca frontalmente:

“Prendiamo atto, con rammarico, che Forza Italia si chiama fuori. Ma sono irricevibili scambi con cittadinanza facile o ius scholae. Ora il centrodestra scelga al più presto i candidati migliori”.

Il provvedimento, che avrebbe potuto aprire la strada a una nuova candidatura per Vincenzo De Luca in Campania e per Luca Zaia in Veneto, trova oggi l’opposizione netta anche da parte di Noi ModeratiPdM5S e altre forze di minoranza.

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che pur non chiudendo al confronto chiarisce:

“Se si dovesse andare avanti, sarà una scelta di sistema. Nessuna iniziativa legata alle contingenze. Sindaci e presidenti di Regione non sono assimilabili: solo questi ultimi hanno potere legislativo”.

Bignami ha poi aggiunto che i tempi tecnici per un’eventuale approvazione sono strettissimi, qualora si voglia applicare la norma già dalle prossime regionali. Fratelli d’Italia, dunque, mantiene una posizione aperta ma prudente, lasciando la porta socchiusa a un confronto istituzionale che, al momento, appare congelato.

Il rischio concreto, ora, è che la proposta di legge si areni definitivamente, travolta da uno scontro politico sempre più acceso e da un clima interno alla maggioranza tutt’altro che sereno.

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