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Svelati i segreti della melanzana e della sua biodiversità Lifestyle 

Svelati i segreti della melanzana e della sua biodiversità

Svelati i segreti della melanzana e della sua biodiversità. Un gruppo di ricerca a guida italiana composto da Enea, Crea e Università di Verona e Torino ha decodificato il genoma della melanzana, aprendo nuove strade alla coltivazione di varietà sempre più resistenti alle conseguenze dei cambiamenti climatici, come ad esempio la siccità. Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports del gruppo Nature è stato condotto in collaborazione con l’Università di Napoli, il Weizmann Istitute e la University of California.

La melanzana è uno degli ortaggi più consumati al mondo e l’Italia ne è il principale produttore europeo. È stata domesticata oltre 2.000 anni fa in Asia e ha subito un ‘collo di bottiglia’ genetico che ne ha ridotto la biodiversità e la resistenza a malattie e a stress ambientali. La decodifica del genoma, “contribuirà al superamento di queste problematiche” chiarisce Sergio Lanteri, ordinario di Genetica agraria al Dipartimento di Scienze agrarie, forestali ed agroalimentari dell’Università di Torino.

“Oltre alla melanzana più diffusa in Italia, la specie Solanum melongena, esistono in natura circa cinquanta specie affini, di cui alcune a rischio estinzione a causa dei cambiamenti climatici”, spiega Giovanni Giuliano, dirigente di ricerca della Divisione Enea di Biotecnologie e agroindustria. Quindi è stata sviluppata dal Crea una melanzana, incrociando la varietà “Tunisina” della tipologia tipicamente italiana Violetta con una linea di origine asiatica, per correggerne il difetto della polpa soffice che assorbe parecchio olio in cottura. In particolare, spiega Giuseppe Leonardo Rotino, dirigente di ricerca presso il CREA Genomica e Bionformatica, “ci siamo concentrati sui geni coinvolti nella colorazione e nella maturazione del frutto e nella resistenza a patogeni fungini”, Il genoma, commenta Massimo Delle donne, ordinario di Genetica presso il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, “è stato ottenuto tramite una combinazione di tecnologie di sequenziamento di ultima generazione e mappatura ottica”.

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