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Sonrisa confiscata, ricorso alla Corte Europea Cronaca Provincia Provincia e Regione 

Sonrisa confiscata, ricorso alla Corte Europea

“Per salvare il ristorante La Sonrisa continueremo a lottare per una sentenza che sancisca l’illegittimità di questa confisca urbanistica. Ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dove riteniamo di poter ottenere il riconoscimento dell’illegittimità di questo provvedimento”. Lo riferiscono i legali di don Matteo Giordano e donna Imma Polese, figlia di don Antonio, scomparso nel 2016. Il complesso, meta scelta ogni anno da tantissime persone per festeggiare matrimoni, battesimi e comunioni, per la tradizionale cerimonia in stile napoletano, è stato oggetto di una sentenza di confisca della Corte di Cassazione, dopo un lungo iter giudiziario iniziato nel 2011. La decisione della Suprema Corte è arrivata come un fulmine a ciel sereno per la famiglia Polese e tutto il personale, oltre 300 lavoratori tra dipendenti, stagionali e indotto, che lavorano quotidianamente per mantenere attiva la storica struttura di Sant’Antonio Abate. Tutti si chiedono adesso cosa succederà all’enorme struttura – oltre 40mila metri quadrati – che dà lavoro a centinaia di persone sul territorio.

 

 

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