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Sarno, i percettori del reddito di cittadinanza a lavoro per il Comune: chi non accetta perde il sussidio Attualità Primo piano 

Sarno, i percettori del reddito di cittadinanza a lavoro per il Comune: chi non accetta perde il sussidio

Reddito di cittadinanza, la Giunta approva l’atto deliberativo che rende obbligatorio per i percettori del sussidio svolgere lavori di pubblica utilità per il Comune.
Reddito di cittadinanza, da gennaio di quest’anno è obbligatorio per i beneficiari lavorare per il Comune di residenza. Con la pubblicazione l’8 gennaio 2020 del decreto attuativo sulla Gazzetta Ufficiale, ha preso il via ufficialmente la seconda fase del reddito di cittadinanza. Fase in cui entrano in gioco i Comuni di residenza dei percettori del sussidio. Questa mattina, la Giunta Canfora, su proposta degli Assessori Eutilia Viscardi e VincenzoSalerno, ha approvato l’atto deliberativo con il quale vengono individuati gli ambiti presso cui dovranno lavorare i percettori del reddito di cittadinanza, così come prevede la legge.
Ecco Cosa cambia D’ora in poi, i beneficiari del reddito di cittadinanza sono tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità per il Comune di residenza all’interno dei progetti utili alla collettività (PUC), sulla base di quanto stabilito non solo dal decreto 4/2019, ma anche dal decreto attuativo pubblicato l’8 gennaio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale dopo un accordo tra Ministero del Lavoro e Comuni. Reddito di cittadinanza e Puc – Quali sono i progetti utili alla collettività Il percettore del reddito di cittadinanza è obbligato a prendere parte ai progetti di pubblica utilità promossi dal comune di residenza. I progetti utili per la collettività vengono svolti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni. “I Puc – si legge sulla Gazzetta – non rappresentano un rapporto di lavoro e pertanto i lavori di pubblica utilità non sono da considerarsi prestazioni di lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato.”
I doveri del beneficiario. Le attività di pubblica utilità non devono superare le 8 ore settimanali, che possono essere espletate in un solo o più giorni della settimana;il beneficiario ha l’obbligo di completare le ore previste nel mese; in caso di flessibilità, le ore saranno recuperate successivamente;nel caso di ampliamento delle ore, fino ad un massimo di 16 settimanali, la flessibilità prevista per le 8 ore non è contemplata e i beneficiari devono svolgere settimanalmente le ore concordate.
Cosa succede se non si partecipa ai Puc. La mancata accettazione della condizione stabilita dal decreto da parte di uno dei componenti del nucleo familiare determina la decadenza del reddito.

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