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Salerno, notte di terrore per la rapina in un bar di Pastena: “Vivo per miracolo” Cronaca Primo piano 

Salerno, notte di terrore per la rapina in un bar di Pastena: “Vivo per miracolo”

“1 minuto e 8 secondi: tanto è durata questa notte una tentata rapina e un tentato omicidio con arma da fuoco ai danni miei e della attività commerciale gestita da me e mio cugino”. Notte di terrore e coraggio quella appena trascorsa nel cuore di Pastena, quartiere orientale di Salerno, dove un tentativo di rapina a mano armata si è trasformato in un dramma sfiorato solo per pochi centimetri. Il fatto è avvenuto intorno alle 2.30, nel noto bar “In Piazza” di via Posidonia, gestito dai cugini Emanuele Avagliano e Daniele Flores. Nonostante l’orario, nel locale erano ancora presenti alcuni clienti abituali, quando un uomo con passamontagna e casco ha fatto irruzione, pistola in pugno, intimando al titolare di consegnare l’incasso. Nel racconto che Emanuele Avagliano ha postato sui social  la drammaticità di quei 68 secondi è racchiusa tutta in poche righe: «Non so cosa mi sia scattato dentro, ma ho deciso di difendere il nostro lavoro e la dignità di chi ogni giorno lavora qui dentro. Con la scopa che avevo in mano ho iniziato a colpirlo sulla faccia e sulla testa gridandogli di uscire. La rabbia mi ha accecato». Il rapinatore, vistosi sorpreso da tanta resistenza, ha reagito nel peggiore dei modi: ha sparato un colpo di pistola, che per fortuna ha solo sfiorato il titolare, perforando il bancone, un frigorifero e alcune bibite. «Mi sono abbassato d’istinto – racconta Emanuele – e quel proiettile poteva essere dentro la mia pancia. Bastavano due centimetri in più per finire tutto diversamente». Dopo lo sparo, il bandito si è dato alla fuga a mani vuote. Nel frattempo, la Polizia di Stato, intervenuta rapidamente sul posto, ha raccolto testimonianze e rilievi balistici, scoprendo che lo stesso rapinatore aveva tentato poco dopo un altro colpo in un distributore di carburante della corsia Sud della Tangenziale di Salerno. Nel suo lungo post, Emanuele esprime la rabbia e la paura di chi, nonostante il coraggio, resta ora con danni economici e psicologici: «Chi ci risarcirà per la paura, l’ansia e le lacrime? Dove sono i vicini che di notte chiamano la Municipale per la musica alta, ma non si affacciano quando sentono uno sparo?». Amaro anche l’interrogativo rivolto alle istituzioni: «Il nuovo ddl sicurezza sarà applicato? Questo criminale finirà in carcere o continuerà a girare libero mentre noi viviamo nel terrore?». Tantissimi i messaggi di solidarietà arrivati agli esercenti. «Un grazie di cuore – scrivono – agli amici che sono rimasti con noi fino all’alba mentre la scientifica finiva i rilievi. Oggi restiamo chiusi per ritrovare la tranquillità, ma riapriremo lunedì mattina, più forti di prima».

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