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Salerno, l’ospedale Ruggi si prepara ad accogliere pazienti da Gaza Attualità 

Salerno, l’ospedale Ruggi si prepara ad accogliere pazienti da Gaza

L’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno ha manifestato la volontà di offrire accoglienza e cure a pazienti provenienti dalle zone di guerra, in particolare dalla Striscia di Gaza, dove l’emergenza sanitaria si fa ogni giorno più drammatica.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la situazione nella Striscia è allarmante: un numero crescente di donne affronta gravidanze ad alto rischio, molti neonati nascono prematuri e necessitano di cure intensive, mentre strutture e attrezzature mediche scarseggiano gravemente. A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire vaccini pediatrici e garantire un’alimentazione adeguata nei primi anni di vita dei bambini.

L’impegno dell’ospedale Ruggi sarà al centro del convegno “Sistemi sanitari nei conflitti: semeiotica di frontiera, medicina dell’emergenza, protezione internazionale e sicurezza degli operatori sanitari”, in programma lunedì 26 maggio alle 14.00, nell’Aula delle Lauree (D11) del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno, presso il campus di Baronissi.

All’incontro parteciperà – in collegamento da remoto – anche il chirurgo plastico britannico-palestinese Ghassan Abu Sittah, che da anni offre il proprio contributo in numerosi scenari di crisi umanitaria, in particolare nella stessa Gaza.

La conferenza sarà l’occasione per rafforzare legami tra istituzioni e operatori sanitari, allo scopo di agevolare non solo l’invio di aiuti umanitari ma anche l’accoglienza di pazienti e personale medico provenienti da territori martoriati dal conflitto. In questa cornice, l’ospedale Ruggi si propone come struttura d’eccellenza, pronta a mettere a disposizione non solo la propria tecnologia avanzata e la professionalità del personale, ma anche percorsi dedicati all’accudimento e alla dignità dei pazienti accolti.

“Non si tratta solo di cure mediche – si legge in una nota – ma di offrire sollievo, umanità e una possibilità concreta di rinascita per chi fugge dall’orrore della guerra”.

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