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Proteste contro la guerra, in Russia continua l’ondata di arresti Attualità Primo piano 

Proteste contro la guerra, in Russia continua l’ondata di arresti

Nonostante le intimidazioni delle autorità e la minaccia di pesanti pene detentive, le azioni di protesta, seppur limitate, si sono svolte quotidianamente per 10 giorni in diverse città del Paese. Il dissidente tuttora in carcere, Alexei Navalny, fermamente contrario all’intervento in Ucraina, questa settimana ha invitato i russi a manifestare ogni giorno nella piazza principale della loro città per chiedere la pace. A Mosca, almeno 560 persone ieri sono state arrestate, ha riferito la Ong Ovd-Info: tra loro uno dei leader dell’Ong Memorial, Oleg Orlov, e la famosa attivista Svetlana Gannouchkina. Secondo la stessa fonte, almeno 279 persone sono state arrestate anche a San Pietroburgo, dove una delle piazze centrali è stata transennata dalla polizia. Diversi attivisti stanno pubblicando in queste ore sui social video che mostrano arresti brutali e colpi di manganello. I primi arresti sono avvenuti, a causa del fuso orario interno, in estremo Oriente e in Siberia. Più di 200 persone sono state arrestate in particolare nelle grandi città di Novosibirsk e Ekaterinburg. Coloro che protestano contro la presenza militare russa in Ucraina rischiano regolarmente multe, in base a un nuovo articolo del codice amministrativo che vieta le manifestazioni pubbliche he “screditano le forze armate”. Secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, un residente siberiano è stata la prima vittima di questa nuova legge: è stato multato di 60mila rubli (450 euro) per aver indetto manifestazioni contro l’intervento in Ucraina.

 

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