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Pádel o Paddle, che importa? Se ne vanno tutti matti! Italia e Mondo Lifestyle 

Pádel o Paddle, che importa? Se ne vanno tutti matti!

La storia umana è costellata di scoperte e sviluppi, invenzioni e storie di successo.

Spesso frutto dell’intuizione geniale, di quell’idea che solo a pochi poteva balzare in testa. Spesso, ma non sempre. Altre volte è la maniacale, forse ossessiva, osservazione del mondo che circonda quel groviglio di neuroni, in grado di partorire quell’idea capace di dare il “La”, di far scoccare la scintilla. E questo anche prima che Galileo mettesse appunto le basi per il metodo scientifico, quantificando e misurando il frutto di quelle osservazioni.

Ma in altri casi, forse numericamente più modesti, è il caso il vero protagonista. Will Keith Kellogg e suo fratello John Harvey, avrebbero potuto semplicemente convenire di aver rovinato del buon vecchio salutare grano americano, in quel dì del 1984 a Battle Creek nel Michigan, cuocendolo troppo a lungo, ma è il caso, che li aveva tenuti lontani dal forno, ad aver giocato un ruolo troppo grande per destinare quel grano alla pattumiera. E così, da quasi 130 anni, sulle tavole di mezzo mondo la colonna sonora delle colazioni mattutine è resa quasi assordante dal “Crunch” dei cereali imbevuti di latte.Lo stesso dicasi per la CocaCola, o il microonde. Chi sà come andò esattamente per il fuoco e la ruota, o se Isaac Newton la “mela” l’abbia vista cadere nel suo frutteto o gli sia finita in testa, le voci sono discordanti. Se abbiamo il premio Nobel è perchè il mite Alfred inciampò su polvere da sparo e nitroglicerina, non sappiamo esattamente in quale ordine, ma non “salto” su tutte le furie, perchè era nata la dinamite.

Nel caso del pádel, o paddle che dir si voglia, l’inciampo lo dobbiamo al Señor Enrique Corcuera, un milionario messicano con una passione per il tennis. La miscela vincente alla base? Un muro alto nella sua villa di Acapulco, su cui far rimbalzare con gli amici una pallina, ed un vicino troppo zelante, che si lagnava quando raccoglieva queste, forse a decine, che lanciate con eccessiva vemenza finivano nel suo giardino. L’intuizione geniale che accordo tutti fu costruire un muro di fronte il primo e metterci una rete in mezzo, delimitando così un campo. Il vicino ne fu grato. Gli amici ne furono estasiati. E con loro, da quel neanche troppo lontano 1962, tutti quelli che, via via, si sono appassionati. E non sono pochi.

Ma è solo questo il Pádel?

Un misto di tennis e squoosh? Basta questo a dire che se non è “dinamite” è perlomeno una “bomba” come sport?
Forse no, ma è certamente un gioco sociale, si gioca a coppie, dinamico ed imprevedibile per via dei rimbalzi. Ed è adatto a tutti. Uno sport con un impegno fisico ad intervalli intermittenti, quindi facilmente praticabile anche da chi non può dirsi uno sportivo sfegatato. Sopratutto è facile da imparare. In definitiva? Uno spasso. E lo è diventato anche per chi lo guarda. Anche questa, evidentemente, una trovata geniale. Sostituire le solide pareti in muratura del prototipo di Corcuera, certo ottime per i rimbalzi, ma con l’inconveniente di occultare le prodezze di chi disputa la partita, con delle più trasparenti vetrate. Il gioco è fatto, il pádel diventa televisivo. In Spagna, su “Gol Tv” semifina­li e finali del World Tour hanno fatto il pieno di ascolti. Ad aiutare l’audience il crescente numero di praticanti e aficionados, e non solo nei paesi latini.

Interesse crescente anche a livello internazionale

In Argentina è secondo solo al calcio, enorme il seguito in Spagna. E anche in Italia i numeri ne certificano il successo. Con la sua Federazione Italiana Gioco Padel, F.I.G.P., nata nel ‘91, facente capo al F.I.T., la Federazione Italiana Tennis, si riscontrano oltre 5mila iscritti, ma si contano oltre 20mila praticanti, che si scambiano colpi sugli oltre 1400 campi. E continuano a spuntarne come funghi. Complice magari anche il costo irrisorio per approntare un impianto. Un vero è proprio fenomeno, dunque, e di quelli in costante crescita.
Sembra quindi opportuno che con la recente rielezione, avvenuta a Roma lo scorso anno, alla presidenza della Federazione Internazionale Padel, Luigi Carraro, continui i suoi sforzi, iniziati già durante il primo mandato, al fine di portare finalmente il pádel a pieno titolo fra le discipline olimpiche.







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