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Monsignor Bellandi, prima visita a Salerno e preghiera sulla tomba di San Matteo Attualità Primo piano 

Monsignor Bellandi, prima visita a Salerno e preghiera sulla tomba di San Matteo

Ci vogliono meno di quattro ore di treno per passare da fiume a fiume, dall’Arno all’Irno, da Firenze alla città di San Matteo. Intorno alle 10 di ieri, monsignor Andrea Bellandi, l’arcivescovo eletto, arriva alla stazione cittadina con due amici sacerdoti e il suo clergyman nero si confonde nell’andirivieni dei pendolari. Sabato scorso, dopo averne annunciato la nomina, il suo predecessore, monsignor Luigi Moretti, aveva anticipato che Bellandi sarebbe venuto più volte in città per prendere contatto con la nuova realtà e organizzare, anche sotto l’aspetto pratico, il suo ingresso in diocesi. «Evitiamo di parlare di blitz del nuovo vescovo – dice rivolto ai giornalisti – come titolò qualcuno quando mi videro in città prima dell’ingresso, nel 2010. Non ci sarà nessun blitz, nessun sotterfugio». Ed in effetti monsignor Bellandi non arriva a Salerno in incognito, anzi.

Il primo ad andargli incontro, dinanzi all’arcivescovado di via Roberto il Guiscardo, è monsignor Moretti. «Benvenuto a Salerno», gli dice prima di fargli conoscere tutti i collaboratori di curia, sacerdoti e laici. Bellandi stringe mani, sorride, scambia battute. È entusiasta e si vede, soprattutto quando si volta a guardare il campanile arabo-normanno del duomo e la cattedrale. «Che bello qui», esclama. E di bellezza, venendo da Firenze, se ne intende. Il clima è informale. Dopo aver visitato l’arcivescovado, il nuovo pastore entra nel quadriportico del duomo e don Michele Pecoraro, il parroco, gli fa da cicerone raccontando la storia e i segreti della chiesa madre salernitana. E poi scende nella cripta e qui non solo resta meravigliato dalla bellezza di quello scrigno d’arte, ma dice a chi lo accompagna che «il primo che voglio incontrare è San Matteo». E sulla tomba dell’apostolo prega e celebra messa, ricordando la sua famiglia e ringraziando con le parole «io sono stato benedetto dal Signore». (fonte: ilmattino.it)

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