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Meno rifiuti allo Stir di Battipaglia Politica Primo piano 

Meno rifiuti allo Stir di Battipaglia

Una vallata di ecoballe. C’è la Valle dell’Irno sui radar di quei tecnici provinciali che da settimane perlustrano ogni landa del Salernitano alla ricerca di un’area adatta ad ospitare la stazione ecologica di stoccaggio. Un sito di trasferenza destinato ad ospitare le balle d’indifferenziato tritovagliate all’interno dell’ex stir di Battipaglia: dovrebbe diventare operativo negli ultimi mesi dell’estate 2019, quando il termovalorizzatore di Acerra sbarrerà le porte in faccia agli ecocompattatori.

Acerra si ferma. A settembre, dopo altre quattro interruzioni oltre quella in corso per lavori a singole linee del termovalorizzatore, è in programma la revisione del turbogeneratore e l’intero impianto chiuderà per almeno 35 giorni. Più di un mese, durante il quale lo stir di Battipaglia, che è saturo da un pezzo e che durante le fasi di manutenzione acerrana può tirare fuori soltanto la metà delle balle necessarie, si bloccherebbe irrimediabilmente se non avesse un sito di trasferenza. «Per quella fase ci doteremo della stazione di stoccaggio – ha detto il liquidatore di Ecoambiente Vincenzo Petrosino – ma fino ad allora dovranno essere i comuni a gestire le eccedenze».

Tonnellate sparite. Molte amministrazioni lo fanno già, ed è proprio la “fuga” dal tmb a impensierire i dipendenti di Ecoambiente, la società della Provincia che gestisce l’impianto di Battipaglia, tanto che mercoledì hanno proclamato lo stato d’agitazione. A spaventarli è pure un ammanco da quasi 22mila tonnellate, che tradotto in moneta sonante vale decine di milioni di euro in meno di introiti. Sono le cifre che emergono dai report stilati in azienda: nei primi dieci mesi del 2012, infatti, alla piattaforma collocata nella zona industriale i comuni conferivano 143mila tonnellate, mentre nel 2018, dall’inizio di gennaio, all’ex stir sono arrivate poco più di 121mila tonnellate. Tenendo conto della tariffa, che è di 149 euro a tonnellata, all’1 gennaio al 31 ottobre del 2018 i conferimenti hanno portato nelle casse di Ecoambiente 3,25 milioni in meno rispetto a quelli che sarebbero stati guadagnati sei anni fa nello stesso periodo se tutti i sindaci avessero pagato. Si lavora di meno e il calo è costante.

Via dallo stir. Le 171.753 tonnellate di indifferenziato portate allo stir in tutto il 2012 sono diventate 171.739 nel 2013, 167.505 nel 2014, appena 150.931 nel 2015 e solo 134.471 nel 2016. Un trend negativo che non è legato all’implementazione della raccolta differenziata, visto che, sempre nel 2016, la produzione complessiva di secco nel Salernitano pesava comunque 178mila tonnellate. Molti Comuni vanno altrove, o almeno è ciò che fanno le aziende private che s’aggiudicano i servizi di smaltimento e che non vogliono stare dietro all’emergenza. Che comporta lunghe attese in coda allo stir per sversare e il rischio concreto che i mezzi non ritornino alla base in tempo per la ripresa del servizio.

La Valle dell’Irno. Per fine settembre del prossimo anno, quando ci sarà il blocco totale per lavori ad Acerra, Ecoambiente si doterà di un sito di trasferenza. Sulla mappa del territorio salernitano, c’è un cerchio rosso grosso quanto la Valle dell’Irno, che scuote gli animi degli abitanti di Mercato San Severino, di Fisciano e di Montoro, alle prese con la guerra del compostaggio. Nei giorni scorsi, a Palazzo Sant’Agostino, si sarebbe svolta una riunione con un gruppo di amministratori comunali della vallata: sul tavolo la questione della trasferenza, prioritaria nel ciclo dei rifiuti. Le stazioni ecologiche di stoccaggio a servizio dello stir sono il punto chiave delle modifiche alla Legge regionale sui rifiuti, approvate ad agosto 2018 dalla giunta campana. E quella della Valle dell’Irno dovrebbe servire agli uomini di Ecoambiente. Sembra sfumata l’ipotesi Battipaglia. Almeno stando a quanto dichiarato dal consigliere provinciale battipagliese Angelo Cappelli a margine di una conferenza stampa. «In Provincia si sta lavorando alacremente per individuare al più presto un’alternativa», anche perché «sulla questione tiene alta l’attenzione il presidente della Regione Vincenzo De Luca». Dopo aver rimarcato che «ogni valutazione è in fieri», si è limitato a dire che «la zona è a nord di Battipaglia, più o meno a 30 chilometri, in un’area prossimo ad uno svincolo autostradale e non molto lontana dai confini con un’altra provincia». L’identikit della Valle dell’Irno.

Il rincaro. All’orizzonte c’è pure il rincaro delle tariffe: ogni tonnellata costerà 196 euro, ossia 47 euro (il 31,%) in più del vecchio prezzo. Un aumento necessario pure a reperire i milioni di euro che servono alla manutenzione del tmb, ma si dovranno vincere le ritrosie dei sindaci. Anche perché i rincari avranno ripercussioni sulle bollette della Tari. Per ora si parla coi lavoratori: questa mattina il nuovo presidente della Provincia, Michele Strianese, visiterà il tmb insieme a Petrosino. Fonte: La Città di Salerno

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