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Mazzette per bloccare il pignoramento degli immobili, stabilito l’arresto anche per il custode giudiziario Cronaca Provincia Provincia e Regione 

Mazzette per bloccare il pignoramento degli immobili, stabilito l’arresto anche per il custode giudiziario

Mazzette per bloccare il pignoramento di cinque immobili: la Procura incassa parere favorevole dal Tribunale del Riesame e ottiene la misura cautelare (da scontare dopo decisione della Cassazione) per il custode giudiziario accusato di concussione.  Dopo il fermo del trentenne di Baronissi, avvenuto a febbraio, il giudice non aveva convalidato  i provvedimenti  per altri due professionisti, non ritenendo in alcun modo sussistente il pericolo di fuga, per via della professione svolta dai due del radicamento sul territorio e perché incensurati, senza elementi concreti a rendere evidente la possibilità di sottrarsi alla giustizia. L’ordinanza, emessa dal gip Giovanni Pipola, aveva rilevato «l’insussistenza di una solida piattaforma indiziaria per l’intera ricostruzione della vicenda, lasciando in piedi l’accusa di induzione a dare o promettere utilità» e annullando l’accusa di turbata libertà degli incanti.  Nella ricostruzione, l’imprenditore che aveva presentato denuncia avrebbe a sua volta preso parte all’intera orchestrazione per ottenere il blocco dei provvedimenti di pignoramento. Il faccendierie, incensurato e fautore degli scambi con l’imprenditore, era stato liberato contestualmente, con la posizione di mero intermediario. La Finanza aveva bloccato il giovane al momento della consegna dell’ultima tranche di denaro, 2mila euro sui 20mila euro pattuiti con la vittima, dopo la denuncia di pressioni, con l’avvocato nel ruolo di curatore e l’ingegnere come consulente tecnico, nell’ambito di un procedimento davanti al giudice Luigi Bobbio. La vittima era stata più volte raggiunta a casa dal faccendiere, secondo quanto riferito dall’imprenditore, per poi essere costretto a revocare il suo legale di fiducia per evitare che sapesse cose destinate a restare segrete. Il pm Angelo Rubano aveva coordinato il lavoro dei finanzieri disponendo i provvedimenti per elevato rischio di reiterazione e per alta possibilità di inquinamento di prove.  Dietro la vicenda c’era la procedura immobiliare relativa a delle villette costruite dall’imprenditore, oggetto di una serie di pignoramenti, con avvio della procedura di esecuzione. L’ultima tranche riguardava il pagamento di una tangente per la procedura di esecuzione immobiliare del Tribunale civile di Nocera Inferiore. Ricorso ora accolto per  il custode, che ora farà ricorso in Cassazione per evitare i domiciliari disposti dal Riesame.

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