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Luci d’artista, per la Corte dei Conti niente danno erariale Cronaca Primo piano 

Luci d’artista, per la Corte dei Conti niente danno erariale

La procura regionale presso la Corte dei Conti archivia la vertenza relativa a presunte illegittimità di alcune procedure amministrative, con conseguenti onerosi affidamenti diretti di lavori invece di gare pubbliche, per quanto riguarda la manifestazione Luci d’Artista. Archiviate, dunque, le posizioni dei tre responsabili, tutti dipendenti del Comune di Salerno, ai quali era stato contestato il danno erariale per circa 850mila euro. Si tratta del geometra Gabriele Pennimpede (difeso dall’avvocato Lorenzo Lentini) e degli ingegneri Elvira Cantarella (difesa dagli avvocati Giovanni Gallo e Alfonso Vuolo) e Giovanni Micillo (difeso dall’avvocato Francesco Saverio Dambrosio). Secondo l’accusa, ricordiamo, il totale delle spese sostenute dal Comune ammonta a 8 milioni 495.420,42 euro e parte di questa cifra – circa 850mila euro secondo gli inquirenti – avrebbe costituito un danno per le casse del Comune in quanto sarebbe stata la somma risparmiata se fossero state rispettate le procedure e non fossero stati fatti affidamenti diretti. In base alle indagini dei finanzieri, difatti, era emerso che tale iter procedurale avrebbe consentito l’affido dei lavori ad un ristretto numero di società individuate di volta in volta dai dirigenti comunali, in assenza – si legge nelle carte della procura contabile – di «trasparenti procedure comparative pubbliche, ledendo così anche i principi di efficienza, imparzialità e parità di trattamento che dovrebbero caratterizzate l’iter amministrativo».

I tre indagati hanno tutti fornito delle deduzioni che avrebbero convinto il viceprocuratore generale Marco Catalano. I tre provvedimenti di archiviazione sono pressocché uguali. Importante soprattutto la «spiegazione» fornita da Elvira Cantarella. Sarebbe stata proprio lei, ingegnere ed ex comandante della polizia municipale, ad aver spiegato di aver eseguito una deliberazione della giunta comunale – il riferimento è alla gara dell’anno 2015 – la quale, «se da un lato – si legge nel provvedimento – non aveva previsto l’effettuazione di un confronto competitivo, dall’altro – anche se si tratta di esecuzione di un atto illegittimo – la responsabilità è sempre del delegato. Inoltre, nella deliberazione, manca la motivazione in concreto della infungibilità che avrebbe potuto giustificare la deroga al confronto competitivo». Per quanto riguarda invece l’edizione 2016, secondo il magistrato contabile, «la giunta da mandato per effettuare un confronto competitivo». Quindi «seppur per la manifestazione 2015 era mancato un confronto concorrenziale, la somma spesa in totale è stata inferiore rispetto a quella spesa per gli anni successivi (2016 e 2017) nei quali vi è stato un confronto». Quindi, secondo il viceprocuratore Catalano, sintetizza così la sua motivazione: «nel 2015 non vi è stato confronto con macroscopica irregolarità amministrativa ma in concreto non sussiste un danno. Per il 2016 e il 2017 c’è invece stato un confronto competitivo». Fonte: Il Mattino

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