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L’Anpi: “Le foibe sono esistite, nessuno lo mette in dubbio ma basta falsificazione storica” Attualità 

L’Anpi: “Le foibe sono esistite, nessuno lo mette in dubbio ma basta falsificazione storica”

Le accuse di negazionismo rivolte in particolare all’ANPI e rinfocolate “dalla
vergognosa campagna mediatica scatenata contro il professor Montanari,
che aveva giustamente parlato di una strumentalizzazione del dramma delle
foibe, fanno parte di una precisa strategia volutamente perpetrata ormai da
anni dalla destra neofascista, basata su una pseudo narrazione di quegli
eventi a scopo revisionista al fine di equiparare foibe, Shoah e Resistenza.
Soprattutto la falsificazione avviene con un balletto di cifre di “martiri” che
non ha nessun fondamento storico. Il dramma delle foibe avviene in due fasi
temporali diverse, quella del ’43 successiva all’8 settembre delle foibe
istriane che in realtà documentano il recupero – avvenuto già nel ’44- di
circa 420 corpi, a queste vittime dell’insurrezione popolare fanno da
contraltare le altrettanto documentate 2500 vittime della reazione
nazifascista”, scrive Ubaldo Baldi, presidente provinciale Anpi Salerno che aggiunge.
“L’altro episodio drammatico avviene con l’arrivo dell’Esercito Jugoslavo a
Trieste e degli scontri qui avvenuti per la conquista della città a maggio del
’45, in questo caso si parla quindi di foibe giuliane. Anche in questo caso,
da varie fonti incrociate e documentate si afferma da parte degli storici che
gli scontri a Trieste lasciano sul campo 401 morti, ritrovati in varie parti
della città nelle settimane successive ai combattimenti. Sono invece circa
480 le salme recuperate da 48 foibe situate attorno alla città di Trieste. A
queste cifre vanno aggiunti quanti sono scomparsi e non sono mai più stati
trovati – quindi non morti nelle foibe – oppure morti e sepolti in altre in
altre località, il totale generale dei caduti o degli scomparsi – nella maggior
parte deportati in campi di concentramento jugoslavi- si attesta ad una stima
complessiva di 4-5000 vittime.
Certo non è il numero delle vittime che conta, ma è doveroso ristabilire la
verità storica anche tenendo conto che nelle foibe già negli anni di
occupazione nazista erano stati gettati decine o centinaia di antifascisti
giuliani e istriani. Inoltre l’occupazione italiana dei Balcani (1940-1943) si
era sostanziata in svariati e numerosi episodi di veri e propri crimini di
guerra perpetrati in Slovenia, Serbia, Croazia, Montenegro oltre che in
Grecia e Albania. A Trieste in particolare ma anche nel Friuli Venezia Giulia
e nell’Istria, operò “l’Ispettorato Speciale di PS” più tristemente noto come
“banda Collotti”, forte di 415 uomini che imperversò in quegli anni agendo
con operazioni di rastrellamento, torture e atrocità di ogni tipo.
Le vittime delle foibe sono esistite e nessuno lo nega, ma nella maggior parte
dei casi si trattava di fascisti, spie, torturatori, criminali che nel dramma di
una guerra spietata combattuta ad alta intensità e spesso non convenzionale
portava a una spirale di violenza con vendette e rappresaglie.
Gli italiani, i fascisti italiani, non furono vittime innocenti, presunti martiri
della patria, ma protagonisti di azioni barbare e criminali, un esercito di
invasione di una guerra non dichiarata portata vigliaccamente all’ombra
dell’alleato nazista.
Niente potrà oscurare il significato eticamente liberatorio, il riscatto morale
della Resistenza sui vari fronti di guerra dopo l’armistizio, compiuto anche
dai militari italiani che, sul fronte orientale, si unirono all’Esercito di
Liberazione Jugoslavo. Niente potrà oscurare il dramma dei sei milioni di
vittime della Shoah.
Come ha recentemente scritto lo storico Giovanni De Luna “..nelle
polemiche di oggi, la storia sembra diventare così solo un’arma per
legittimare le proprie posizioni politiche, affollata di luoghi comuni e di
definizioni approssimative, schiacciata sulle urgenze dell’attualità, segnata
da un clima culturale in cui la parola storia è diventata come un abito di
Arlecchino che ognuno indossa come gli pare..”.

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